Chernobyl, gli attacchi chimici, le provocazioni al confine bielorusso. Gli allarmi di Kiev per possibili operazioni “false flag” della Russia si moltiplicano e si intensificano. Nell’invasione dell’Ucraina appare un’altra arma, quella che vedrebbe Mosca sul punto di utilizzare la tattica di paventare o progettare un incidente o un attacco facendolo apparire come una colpa ucraina per dare il via a una nuova escalation militare. Nelle ultime 24 ore, il governo Zelensky ha lanciato alert già su tre fronti in questo senso. Lo scenario più inquietante ipotizzato è quello che vedrebbe Vladimir Putin aver “ordinato la preparazione di un attacco terroristico” nel sito della centrale nucleare di Chernobyl, controllata dai russi dall’inizio della guerra e da giorni disconnessa dalla rete elettrica.

A riportare l’allarme è il New York Times, citando i ministeri della Difesa e dell’intelligence ucraini e sottolineando di non avere conferme sul campo. Secondo la nota citata dall’autorevole quotidiano statunitense, le forze di occupazione russe “cercheranno di causare una catastrofe” nella centrale teatro del disastro nucleare del 1986, per poi “accusare l’Ucraina del disastro”. Da giorni Chernobyl è disconnessa dalla rete elettrica e si sta tentando di ripristinare l’alimentazione, attraverso la fornitura aggiuntiva di diesel che fornisce l’alimentazione di emergenza per gli impianti di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito.

Il secondo fronte è quello legato all’uso di armi biologiche e chimiche, con la Russia ha chiesto la convocazione di un Consiglio di sicurezza dell’Onu accusando l’Ucraina di avere un laboratorio sul proprio territorio nel quale sarebbero coinvolti anche gli Usa. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha scritto in un tweet che “l’ossessione maniacale con cui vari funzionari russi fantasticano su armi o rischi biologici o chimici inesistenti in Ucraina” è “profondamente preoccupante e potrebbe effettivamente indicare che la Russia sta preparando un’altra orribile operazione sotto falsa bandiera”. Una preoccupato condivisa da Volodymyr Zelensky in uno dei suoi ultimi videomessaggi: i “propagandisti” russi, ha detto, “ci accusano, di nuovo a noi, che stiamo presumibilmente sviluppando armi biologiche”. Una mossa che “mi preoccupa molto, perché ci siamo convinti una volta di più: se vuoi sapere i piani della Russia, guarda di cosa la Russia accusa gli altri”, ha sottolineato il presidente ucraino.

“Quali sono queste accuse di preparare attacchi chimici? Hanno deciso di ‘de-chimicizzare’ l’Ucraina? Ammoniaca? Fosforo? Cos’altro avete preparato per noi? Dove colpirete con un’arma chimica? Al reparto maternità di Mariupol? Alla chiesa di Kharkiv? All’ospedale pediatrico di Okhmatdet?”, ha aggiunto per poi sostenere che “nella mia terra non sono state sviluppate armi chimiche o altre armi di distruzione di massa. Il mondo intero lo sa. Lo sapete. E se fate una cosa del genere contro di noi, riceverete le sanzioni più dure”. Nel pomeriggio di venerdì l’ultima allerta di Kiev ha riguardato le “provocazioni” al confine con la Bielorussia, di cui hanno dato conto le forze ucraine: aerei russi, decollati dall’aeroporto di Dubrovytsya, sostengono da Kiev, “sono entrati nel territorio dell’Ucraina, e hanno fatto il giro sui sopra ai nostri centri abitati Horodychi e Tumen, dopo di che hanno colpito un centro abitato a Kopan in Bielorussia”, sferrando il raid dallo spazio aereo ucraino. Secondo Kiev, infatti, il presunto attacco sarebbe un tentativo di Mosca di coinvolgere la Bielorussia nell’invasione.

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