“Eh il buon Dino Zoff, un grande signore che saluto, in allenamento qualche bestemmia contro me l’ha tirata”. Beh certo, se gli lanci contro castagne a 200 all’ora in continuazione pure il buon Dino perde la pazienza. Si racconta della “bestialità” del tiro di Ronald Koeman solo perché Antonello Cuccureddu non se n’è mai vantato troppo. Eh già, anti divo per eccellenza (ma non per l’Eccellenza), Cuccureddu preferisce sempre il campo ai riflettori, pure se quel campo è polveroso come piace a noi di Domeniche Bestiali e deve “tirarlo” lui stesso, a 72 anni e con fido pastore tedesco al seguito. Poi capita che le due cose si rimescolino e i riflettori glieli garantisca proprio la foto (pubblicata dagli amici della pagina Facebook Calcio – Ultimi Romantici) di lui che traccia le linee del campo ad Alghero: “Uh mamma con quella foto: me l’ha scattata mia figlio Luca e da quando sta girando mi stanno facendo una testa così. Che c’è di strano? E’ la mia struttura e a 72 anni mi diverto a stare in campo”.

C’è di strano che a 72 anni, dopo aver vinto sei scudetti e una coppa Uefa con la Juventus, dopo aver giocato in nazionale, ci starebbe pure godersi gli allori: “Macché, io mi sento me stesso a stare coi ragazzi. Insegno calcio, e questo mi piace fare”. Già, lo ha insegnato alla Juve, contribuendo a far sbocciare, per dirne uno tra i tanti, Alex Del Piero, e ora lo insegna in un campo polveroso di Alghero: “Differenze? Bah, erano ragazzi quelli della Juve, sono ragazzi quelli che ho qui. I primi avevano opportunità maggiori, quelli che vedo crescere oggi vanno indirizzati e seguiti di più. Hanno meno opportunità: vedo tanta Serie D qui in Sardegna, mi piace seguire le diverse realtà e ci sono tanti ragazzi validi, qualcuno secondo me è anche un potenziale campione ma gli andrebbe data la possibilità di mettersi alla prova tra i professionisti, perché molti si perdono ed è un peccato”.

Certo, il calcio è cambiato. Il professionismo esasperato di oggi contro il modello più “rusticano” dell’epoca di Cuccureddu, che però viene rivendicato ancora oggi: “Analisti del match, psicologi e altre figure che ai miei tempi non c’erano? Mah, se ci sono si vede che daranno una mano ma io penso che il pallone sia una questione semplice a quei livelli, se sei bravo si vede, se non lo sei…pure”.

E a 72 anni, nella sua Sardegna, Cuccureddu ha ancora tutta la voglia di stare in campo con la sua A.P. Cuccureddu 1969: “Finché mi diverto mi vedrete sempre in campo, non ho alcuna intenzione di smettere e di sedermi. Certo servirebbe anche un aiuto perché non è facile: ho una struttura da completare e ci sono tanti costi, senza avere una mano si fa molta fatica ad andare avanti”. Il prossimo passo sarà l’installazione del sintetico, così il buon Cuccureddu non dovrà più tirare le linee col gesso, anche se non pare troppo convinto: “Ma vedi un po’ tu: tutti sti ragazzini che chiedono il sintetico perché altrimenti si sporcano…io da ragazzino giocavo tra le pietre e non c’era cosa più bella che sporcarsi di terra giocando a pallone. Ora sono gli stessi genitori che non vogliono che i bambini si sporchino…e vabbè…mettiamo sto sintetico”.

Un consiglio mister: un angolino di terra battuta lo lasci… magari noi di Domeniche Bestiali passiamo da Alghero… e sporcarci ci piace.

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