Emmanuel Macron ha deciso di ricandidarsi: a meno di 24 ore prima della scadenza ultima, le 18 di venerdì, il presidente francese ha sciolto la riserva, annunciando che correrà per la sua rielezione nelle presidenziali del 10 e 24 aprile. Un’attesa strategica che ha logorato gli avversari, lasciandoli esaurire uno contro l’altro per dedicarsi ora alla presidenza di turno dell’Unione europea, ora all’opera di mediazione nella guerra in Ucraina. I sondaggi sembrano premiarlo: se qualche mese fa era favorito, oggi Macron non sembra avere avversari. Con la scelta di dichiararsi con una “lettera ai francesi” pubblicata sui quotidiani regionali, dà la precedenza al francese medio prima ancora di formalizzare la candidatura, appuntamento che arriverà nella giornata di domani (venerdì 4 marzo) davanti al Consiglio costituzionale.

Nella lettera inviata alla popolazione Macron avverte di “non poter fare campagna elettorale” come avrebbe voluto, fra gli impegni di mediatore e interlocutore di Vladimir Putin nella guerra in Ucraina e quelli di presidente di turno del Consiglio europeo. Poi snocciola il progetto di ricandidatura, ripercorrendo 5 anni di “successi” ma ricordando anche gli obiettivi non centrati: “Dovremo lavorare di più e continuare ad abbassare le tasse che pesano sul lavoro e la produzione”, un riferimento alla contestata riforma delle pensioni, architrave della sua campagna e progetto rimandato causa pandemia. Scuole, ospedali, tutte le strutture che hanno sofferto in queste anni dovranno essere sostenute, “rispettate e meglio remunerate”. Sulle proteste sociali e la rivolta dei gilet gialli che hanno caratterizzato il suo mandato, Macron promette che “con l’esperienza acquisita con voi farò indubbiamente in modo diverso”. “Sono candidato – scrive Macron – per inventare con voi, di fronte alle sfide del secolo, una risposta francese ed europea originale. Sono candidato per difendere i nostri valori minacciati dagli sconvolgimenti del mondo”.

Non è sembrato neppure un caso – e la circostanza viene da alcuni criticata – che la discesa in campo sia giunta in una giornata cruciale della guerra, con la drammatica telefonata a Vladimir Putin di questa mattina. E, in aggiunta, con il governo che – a poche ore dalla dichiarazione di candidatura – annuncia l’imminente fine del contestato super green pass e addirittura dell’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi. Per Marine Le Pen, “l’annuncio della sospensione del pass vaccinale il 14 marzo, a meno di un mese dalle presidenziali, dimostra quanto l’imposizione di questo strumento fosse inutile e inefficace, ma anche politicamente cinica“.

Secondo fonti vicine al presidente-candidato, la “discesa in campo” era stata fissata alla vigilia del 26 febbraio, data dell’inaugurazione da parte del presidente del Salone dell’Agricoltura, un momento sempre ricco di simboli per la tradizione francese. Ma la guerra in Ucraina scoppiata da 24 ore ha costretto Macron prima a rinviare al 26 stesso, poi a spostare in avanti l’annuncio. Annullato anche il primo grande comizio in programma dopodomani a Marsiglia davanti a 10mila sostenitori. Non sarà facile prevedere altri eventi di quelle dimensioni se i timori dello stesso Macron dopo la telefonata di oggi con Putin (il presidente ha detto ai suoi che “il peggio deve ancora venire” nella guerra in Ucraina) si riveleranno fondati.

Gli ultimi sondaggi sembrano decisamente premiare il presidente uscente, che sale di 3-4 punti attestandosi al primo turno – secondo l’istituto Ifop – al 28%. Marine Le Pen, che lo affronterebbe al ballottaggio, è staccata al 17%. Ancora peggio la candidata della destra Républicains, Valérie Pécresse, ferma al 14%, poco avanti al polemista di estrema destra Eric Zemmour (12%). Sale, a sinistra, il solo Jean-Luc Mélenchon (11,5%), mentre gli altri della gauche non superano il 5%, compreso l’ecologista Yannick Jadot (4,5%), il comunista Fabien Roussel (4%) e la sindaca socialista di Parigi Anne Hidalgo (3%). Se si confermerà – al ballottaggio – il duello Macron-Le Pen, un bis del 2017, il presidente uscente viene dato al 56,5%, la sfidante al 43,5%.

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