Referendum bocciati su cannabis e fine vita? È vero che la sovranità appartiene al popolo, ma siamo 60 milioni di cittadini italiani. Quindi, i promotori di un referendum, anche se hanno raccolto centinaia di migliaia di firme, non rappresentano il popolo. Loro propongono al popolo un quesito. Ora, la Costituzione stabilisce dei limiti sui quesiti che è giusto e corretto sottoporre ai cittadini”. Così, a Dimartedì” (La7), il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato risponde al conduttore Giovanni Floris che gli chiede dei referendum bocciati dalla Consulta, menzionando l’art.1 della Costituzione, secondo cui la sovranità appartiene al popolo.

Amato conclude: “Non voglio riaprire polemiche sui referendum che non sono stati ammessi. A questo punto, aspettiamo che escano le sentenze. Le critiche alla mia conferenza stampa? Bisogna che l’Italia un po’ si abitui al fatto che una Corte Costituzionale, oltre che a parlare con le sentenze, si adopra anche per spiegarle. Il bisogno di trasparenza – chiosa – nutre la sovranità popolare e le permette anche di esercitarsi consapevolmente. E per questo motivo ho ritenuto giusto spiegare in questa occasione, come i miei predecessori molti anni fa ritennero giusto incontrare i giornalisti in occasioni simili. È giusto farlo ma non infilarsi su questa base in polemiche quotidiane sull’argomento. Io l’ho spiegato, ora tocca alle sentenze”.

Anche il predecessore di Amato a capo della Consulta, Giancarlo Coraggio, era stato intervistato da Floris a gennaio 2021, poco dopo il suo insediamento. Ma in quel caso l’intervista non prendeva spunto da una decisione dell’organo – e a maggior ragione non entrava nel merito di casi concreti – bensì affrontava temi di ampio respiro: la pandemia e le misure per affrontarla, il rapporto tra democrazie e regimi autoritari, il diritto alla salute e il bilanciamento con gli altri diritti di rilievo costituzionale.

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