“Questa volta la lezione ce l’avete data voi. E bella grande”. Dopo l’occupazione da parte degli studenti, la lettera di alcuni docenti del liceo “Valentini-Majorana” di Castrolibero (Cosenza) è senza dubbio il punto di partenza per il futuro dell’istituto scolastico, finito al centro di una bufera mediatica e giudiziaria in seguito alle denunce sulle presunte molestie sessuali subite negli anni da alcune ragazze da parte di almeno un professore di matematica e fisica.

Quest’ultimo, stando al racconto di una studentessa, le avrebbe chiesto la foto del seno per darle la sufficienza. In una pagina Instagram, inoltre, sono finite le testimonianze anonime di alcune ragazze che hanno descritto episodi simili per i quali alcune di loro sono state costrette a cambiare liceo. Storie di abusi, anche psicologici, sulle quali indaga la magistratura. La Procura di Cosenza, guidata da Mario Spagnolo, ha aperto infatti un’inchiesta e ha già acquisito alcuni documenti e ha iscritto nel registro degli indagati il professore di Matematica e Fisica finito sotto accusa da parte di alcune studente.

Il vaso si è rotto grazie alla determinazione degli studenti. La chiarezza, a questo punto, diventa obbligatoria non solo su piano giudiziario ma anche dal punto di vista dell’istituzione scolastica. Ecco quindi che a Castrolibero, in provincia di Cosenza, ieri sono arrivati due ispettori inviati dal ministero dell’Istruzione: si sono intrattenuti prima con una delegazione di studenti e poi, a lungo, con la dirigente scolastica Iolanda Maletta responsabile, secondo i ragazzi, di aver sottovalutato quanto sarebbe accaduto nella scuola omettendo di adottare adeguati provvedimenti disciplinari a carico dell’insegnante che avrebbe compiuto le molestie.

L’occupazione, che si sarebbe dovuta interrompere con l’arrivo degli ispettori, in realtà continua. A conclusione dell’incontro, infatti, gli studenti non sono entrati nel merito del confronto avuto con gli ispettori del ministro Costa. Tuttavia, alcuni si sono detti “delusi”. All’Ansa uno di loro ha dichiarato: “Anche dopo avere incontrato gli ispettori, non percepiamo, al momento, nulla di concreto. Per questo abbiamo deciso di proseguire la protesta”. “No comment” pure dalla dirigente scolastica Maletta mentre gli ispettori hanno detto di avere ascoltato “con interesse le richieste dei ragazzi”, aggiungendo però di non potere riferire nulla sul contenuto degli incontri che hanno avuto in oltre cinque ore di permanenza nell’istituto.

Intanto al fianco degli studenti si sono schierati alcuni docenti del liceo. Si tratta dei professori Gabriele Petrone, Angela Pagliarulo, Alfonso Tarantino, Francesco Cirillo, Biancamaria Iusi e Giovanna Migliano. Tutti hanno firmato una lettera toccante che va oltre il “mea culpa” d’ufficio: “Siamo i vostri docenti, – scrivono – vi vediamo tutti i giorni per molte ore, vi giudichiamo con un voto, ma non vi conosciamo. È forse colpa di un mestiere sempre più difficile, in una istituzione troppo spesso chiusa e burocratica come è sempre stata la scuola. Sarà colpa della retorica della ricerca dell’efficienza e dell’eccellenza a tutti i costi che si è ormai diffusa in essa. Ma ciò che è successo ci ha posto di fronte ad una dura realtà e siete stati voi a sbattercela in faccia”.

“Noi, – aggiungono i professori – troppo spesso ce lo dimentichiamo, non siamo impiegati del catasto. Dovremmo essere costruttori di teste, guide della conoscenza, edificatori dal basso di quella cosa bella e grande che si chiama democrazia. E troppo spesso non lo siamo stati. Ecco perché oggi, dopo questi giorni intensi e convulsi, sentiamo il bisogno di andare al di là della stessa condanna di ogni forma di molestia, di violenza, di prevaricazione tanto più grave e imperdonabile se praticata da chi è chiamato a svolgere una funzione educativa. Diciamoci la verità, al di là del merito dei fatti specifici emersi in questi giorni, sui quali ormai indaga l’autorità giudiziaria, di fronte all’evidente inadeguatezza di chi doveva offrire in questi giorni ben altre risposte, noi docenti forse non siamo stati in grado di ascoltare, di vedere e quindi di capire il disagio che evidentemente pervadeva nel profondo questa scuola. E di questo, noi tutti, non possiamo non sentire il rimorso”.

“Al di là di come finirà questa vicenda dal punto di vista giudiziario rispetto a chi vi è coinvolto (e per il quale vale sempre la presunzione di innocenza), – concludono – il tema che ci avete posto di fronte è quindi molto più grande, per certi versi anche più grave. A cominciare da quello di superare fino in fondo una cultura sessista e del possesso, certa concezione predatoria della relazione tra i sessi, su cui, nonostante la modernità che pervade le nostre vite, non si riflette mai abbastanza. Una cultura che non può essere banalizzata solo come espressione di atavici pregiudizi e di comportamenti scorretti e che è, invece, qualcosa di molto più pervasivo e radicato per poter essere sconfitto solo con le denunce e le iniziative giudiziarie. Qualcosa che sta dentro di noi e di cui troppo spesso siamo inconsapevoli e che emerge in forme troppo spesso superficialmente sottovalutate ma che feriscono, lacerano nel profondo, distruggono coscienze. Ecco, care ragazze e cari ragazzi, quando rientreremo in classe insieme dovremo lavorare su come tornare ad essere davvero una comunità protesa alla difesa della dignità di tutte e di tutti”.

Alla lettera dei professori fa eco il documento stilato dai genitori degli studenti. Anche loro sono al fianco dei figli nell’occupazione che dura da più di una settimana. In sostanza, i genitori chiedono alle autorità competenti di “rimuovere l’attuale dirigente Iolanda Maletta. Quest’ultima, secondo loro, dovrebbe essere sostituita da un “commissario ad acta” che ripristini l’ordine e consenta agli studenti del liceo “Valentini-Majorana” di riprendere le lezioni in serenità. “Un particolare plauso – si legge nel documento – vogliamo rivolgere alle ragazze che hanno avuto il coraggio di rendere noto quanto di orribile, disdicevole, sgradevole e ripugnante abbiano vissuto in questi anni, nascosti con omertà da chi avrebbe dovuto proteggerle. Altro particolare plauso a tutti gli studenti che con forza, coraggio, tenacia hanno mostrato massima solidarietà occupando l’istituto scolastico sempre nel massimo rispetto sia della struttura, sia del personale scolastico che di tutti i partecipanti”.

“Ragazzi bellissimi – commenta una mamma in una lettera firmata e inviata ai giornali – puliti, super attenti a non cadere nelle trappole, quelle trappole che potrebbero inficiare la loro missione: abbigliamento ineccepibile, musica a basso volume, niente eccessi, pulire le aule ogni tre ore, presidiare tutte le entrate per non lasciar entrare nemmeno gli amici del tempo libero. Ragazzi puri che non hanno strumentalizzato e non si sono lasciati strumentalizzare o fuorviare né dai media, né dalla politica, né dai sindacati, ma che sono rimasti serenamente fermi sul loro obiettivo”.

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