La giornalista neozelandese Charlotte Bellis, rimasta bloccata in Afghanistan incinta, potrà tornare in Nuova Zelanda. Lo ha comunicato lei stessa in una nota, dopo il cambio di posizione da parte del governo neozelandese che, inizialmente, aveva rigettato la sua richiesta per un rientro “d’emergenza”, visto che la donna ha scoperto di aspettare una bambina. La reporter, insieme al compagno Jim Huylebroek, aveva inviato alle autorità neozelandesi 59 domande per ottenere un via libera, senza aver ottenuto risposta. Trovando difficoltà a causa delle rigide misure anti-Covid-19 di Wellington, si era quindi rivolta ai Talebani.

Oggi però è stata lei stessa ad annunciare che tornerà in Nuova Zelanda a marzo, assieme al compagno Jim Huylebroek, fotografo freelance con cui ha vissuto negli ultimi due anni in Afghanistan. La giornalista è nota a livello internazionale per esser stata tra le prime ad intervistare i leader talebani dopo il loro insediamento al potere chiedendo loro di dar conto delle politiche rivolte alle ragazze e alle donne.

Charlotte Bellis era tornata, dopo le feste natalizie, nel quartier generale della emittente al-Jazeera per cui lavorava a Doha e solo lì ha scoperto di aspettare un bambino. La notizia aveva spaventato la reporter e il compagno perché in Qatar è illegale avere figli fuori dal matrimonio e Bellis e Huylebroek non sono sposati. Così era partita la ricerca di un altro Paese nel quale recarsi, dopo le dimissioni dalla tv panaraba. Ma mentre in Belgio, Stato di origine del compagno, non poteva rimanere a lungo visto che la donna è extracomunitaria e non risulta residente, il suo Paese di origine, la Nuova Zelanda, le aveva negato l’ingresso a causa delle restrittive norme anti-Covid che l’avrebbero costretta, tra l’altro, a passare un periodo di quarantena in piena gravidanza all’interno degli hotel gestiti dai militari. Così, l’unico visto valido in mano ai due era quello per l’Afghanistan e, chiedendo aiuto ai leader Talebani, aveva ottenuto il permesso di rimanere nel Paese.

“Tornerò nel mio paese d’origine a inizio marzo per dare alla luce la nostra bambina“, ha affermato in una nota Bellis. “Siamo così entusiasti di tornare a casa ed essere circondati da famiglia e amici in un momento così speciale”, ha aggiunto, riferendosi anche al compagno.

La Nuova Zelanda ha fatto marcia indietro rispetto alle iniziali dichiarazioni: il vice primo ministro neozelandese Grant Robertson aveva chiesto alla reporter di presentare una nuova domanda per poter ottenere un posto negli hotel di quarantena. Robertson ha poi precisato che la disponibilità che oggi viene offerta a Charlotte Bellis non è l’effetto dell’attenzione internazionale che ha attirato la sua vicenda, ma la normale procedura che prevede il protocollo per i rientri d’emergenza in patria. “Si cerca sempre di entrare in contatto con le persone e di far funzionare gli accordi in modo che possa rientrare chi lo richiede per questioni emergenziali”, ha spiegato. In questo momento Wellington consente l’ingresso a cittadini e residenti permanenti, ma solo se trascorrono 10 giorni in isolamento negli hotel di quarantena.

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