Nel Giorno della Memoria, Gad Lerner ha raccontato il suo incontro – a distanza – con gli studenti di un liceo. “Hanno cambiato l’immagine del bambino della canzone Auschwitz. Il bambino non parlava più nel vento, quindi dal forno crematorio, ma dal fondo del mare. Hanno, in sostanza, ricordato i morti di oggi nel Mediterraneo. L’ho trovato un segno di grande maturità contro l’indifferenza di allora, che portò alla Shoah, e quella di oggi”.

Ed è proprio prendendo spunto dai Civici giusti e dalle Pietre di inciampo, i piccoli blocchi di ottone posti davanti alle case in cui abitavano le vittime prima di essere deportate, che nascono i tre romanzi di Andrea Delmonte Sono nel vento, ambientati a Roma, Bologna e Milano (editi da Paper First). Protagonisti sono due studenti delle superiori che, grazie a un professore appassionato e giovanile, visitano diversi luoghi delle tre città e scoprono chi li ha animati, partendo proprio dalle storie celate dietro alle Pietre di inciampo e ai Civici giusti. A Roma il percorso parte dal Portico d’Ottavia grazie al quale il professore racconta la storia dei ghetti in Italia dal 1500 a oggi, si sposta poi a narrare la tragedia degli ebrei romani nel 1943, dove non mancano però figure positive come quella del dottor Borromeo, che in quegli anni nasconde una cinquantina di ebrei nell’Ospedale Fatebenefratelli, per poi passare dalla Sinagoga e finire davanti alla biblioteca della scuola intitolata a Maria Piazza. Un viaggio ricco di colpi di scena, attraverso il quale i giovani attiveranno la memoria, scopriranno la Shoah e la vedranno con occhi diversi.

“Sono nel vento”
Il racconto della Shoah tra pietre d’inciampo e Civici giusti

In edicola e in libreria dal 13 gennaio (edizioni Paper First)

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