Tensione nel fronte giallorosso a una settimana dal voto sul Quirinale. Dopo che il centrodestra ha ufficializzato la candidatura del pregiudicato Silvio Berlusconi, Pd-M5s-Leu cercano di lavorare a una strategia comune, ma la strada delle trattative resta in salita. A infastidire i 5 stelle oggi è stato l’intervento di Goffredo Bettini che, in un colloquio sul Corriere della sera, ha parlato dell’ex premier dicendo che “è in un momento di notevole difficoltà. Uomo leale, che apprezzo: ma più leader di governo, che capo di un partito”. I due hanno ottimi e frequenti rapporti dai tempi del governo Conte 2 e quel giudizio non è passato inosservato in casa 5 stelle. Tanto è bastato per provocare l’ira, raccontano fonti vicine al presidente M5s all’agenzia Adnkronos, dei vertici grillini. “Se l’unità d’intenti in vista del Quirinale”, ha dichiarato il capodelegazione 5 stelle al governo e ministro Stefano Patuanelli, “è rappresentata da interviste e colloqui rilasciati alla stampa in cui si esprimono giudizi sul Movimento e il suo leader politico, cosa che non ci permettiamo di fare specialmente in questa fase, direi che la direzione di marcia della coalizione non è quella giusta“. Dura anche la reazione del vicepresidente M5s Riccardo Ricciardi: “Agli alleati e a tutte le forze politiche”, ha detto, “ricordiamo che siamo la prima forza in Parlamento: nessuno creda che si possa eleggere il presidente della Repubblica e, conseguentemente, garantire una continuità di governo senza il Movimento”.

Quello che normalmente potrebbe sembrare una semplice divergenza, a sette giorni dal voto sul Colle rischia di avere un effetto sulle già delicate trattative. Anche per questo Bettini si è affrettato a ridimensionare: “Ho sempre creduto”, ha detto intervistato da Tpi, “e credo soprattutto che nelle prossime ore il rapporto tra il Movimento 5Stelle e il Pd sia fondamentale per ricercare la soluzione più autorevole e unitaria circa la Presidenza della Repubblica. Nella sintesi del mio pensiero, riportata oggi dal Corriere della Sera, c’è il rischio di un fraintendimento. Lo voglio chiarire nel modo più netto. Ritengo il lavoro che sta svolgendo Giuseppe Conte prezioso per il suo movimento e per la stabilità della democrazia italiana. Stimo Conte umanamente e politicamente. Credo, e l’ho sempre ribadito con una schiettezza che spesso mi ha fatto pagare qualche prezzo, che il governo da lui presieduto in alleanza con il Pd abbia fatto un gran bene all’Italia e l’ho difeso fino all’ultimo. E credo anche che il suo impegno come leader dei 5 Stelle è solo all’inizio e sta dando i suoi frutti”. Al Corriere della Sera Bettini, ex braccio destro di Nicola Zingaretti e tra gli strateghi dell’alleanza giallorossa che portò alla nascita del governo Conte 2, aveva parlato di due strade possibili giunti a questo punto: nella prima la politica ha uno scatto e propone a Mario Draghi un patto di un anno, individuando per il Colle una figura alta per guidare la transizione dall’uscita dell’emergenza alla ricostruzione di un sistema politico più equilibrato. A questa operazione dovrebbe collaborare soprattutto Matteo Salvini. Ma se questa dovesse fallire, la seconda ‘è obbligata’: si chiede a Sergio Mattarella di accettare un altro mandato, o si verifica la disponibilità che Draghi ha lasciato intuire.

Secondo quanto riferito dall’agenzia Adnkornos, Conte è “adirato” per le parole usate da Bettini. Nelle riunioni dei vertici M5s che si susseguono in queste ore – stasera alle 22 ce ne sarà una col quartier generale grillino, con tutti i ministri, capigruppo vicepresidenti e coordinatori dei comitati – il presidente 5 stelle avrebbe espresso tutta la sua “amarezza”. Una reazione condivisa con “i vertici del Movimento, ai quali le parole del dirigente del Partito democratico non sono affatto piaciute“. Sia per la fuga in avanti sul Quirinale, in un momento estremamente delicato e con la candidatura scomoda di Silvio Berlusconi in campo, sia per le parole riservate al presidente del M5S, che Bettini descrive in difficoltà. Parole inattese e pesanti, riferisce chi ha avuto modo di parlare con Conte in queste ore, soprattutto alla luce del rapporto di amicizia e stima che lega i due. Una sintonia che, in passato, è costata anche molto all’ex premier, perché vista di cattivo occhio nelle file del Movimento. In molti ricordano quando Conte partecipò alla festa di compleanno di Bettini, sollevando non pochi malumori nei gruppi parlamentari. “La verità – riferisce una fonte autorevole del M5s – è che oltre alla gente comune anche tutti i politici riconoscono Conte come uomo leale. Ma è proprio la lealtà che spesso manca in quelli di lungo corso, abituati ai giochini della vecchia politica”.

A rispondergli direttamente è stato il vicepresidente M5s Riccardo Ricciardi: “Lasciano perplessi le parole espresse sulla leadership del presidente Conte da parte di un nostro alleato”, ha dichiarato in una nota. “Gli altri partiti, da sempre, giudicano le dinamiche del Movimento come se fosse un partito tradizionale, preda di correnti e personalismi. Hanno sempre sbagliato e sbagliano anche ora. Il nuovo corso di Conte non è un cambio di leadership come accade nei partiti tradizionali, dove tutto avviene all’interno delle segreterie: è una radicale rifondazione di una realtà complessa e innovativa come il Movimento 5 Stelle”. E ha continuato “Agli alleati e a tutte le forze politiche – aggiunge – ricordiamo che siamo la prima forza in Parlamento: nessuno creda che si possa eleggere il presidente della Repubblica e, conseguentemente, garantire una continuità di governo senza il Movimento. Ogni giorno, nei giornali, vediamo che all’interno delle altre forze politiche, c’è una battaglia tra varie correnti ma il gioco, ormai vecchio e consumato, è quello di parlare del Movimento. Alla fine vedremo quale sarà la forza più compatta e chi sarà il leader che avrà pensato al bene degli italiani e non a se stesso e ai propri interessi di parte” ha concluso. Tra i 5 stelle che hanno espresso pubblicamente i malumori, c’è il deputato Francesco Berti: “Non capisco perché Bettini”, ha scritto su Twitter, “sia così ascoltato dai vertici M5S. Spazio a energie nuove, in Parlamento e nei territori. A chi parla solo di strategie e relazioni, va preferito chi parla di temi e soluzioni”.

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