La partita delle Regioni per porre un freno ai cambi di colore passa per i positivi asintomatici. La richiesta dei territori al Governo è di eliminare i contagiati senza sintomi dalla conta dei casi giornalieri, nonché da quella dei ricoverati. Poi c’è il fronte delle quarantene: chi è vaccinato e sta bene potrebbe essere esentato dall’obbligo di tampone e vedersi ridotto l’isolamento di sette giorni. Ma c’è chi si spinge a sollecitare l’eliminazione dei positivi senza sintomi dalla quotidiana conta dei contagiati, nonché il ripensamento dei dati sulle ospedalizzazioni. Il tutto è rimesso al parere del Comitato tecnico-scientifico che si riunirà venerdì, con la maggior parte degli esperti che – a quanto riporta la Stampa – è schierata a favore di un allentamento.

La Lombardia – che conta il maggior numero di ricoverati positivi in terapia intensiva (253) e nei reparti ordinari (3.317) – ha fatto da capofila alle altre Regioni nel chiedere al ministero della Salute di non conteggiare come ricoveri Covid i pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi. Ciò per “dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali”. Non tutti i ricoverati col Covid – è il messaggio – sono in ospedale per il Covid, anche se ogni ricoverato positivo costringe le strutture ad approntare spazi e percorsi separati. Da venerdì – si legge nella circolare inviata agli ospedali lo scorso 10 gennaio – la Regione darà ancora il numero totale dei ricoverati positivi ma “sarà in grado di distinguere quali afferiscono direttamente a una patologia Covid-dipendente (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie)” e quali no. E le altre Regioni sono pronte a seguirla.

Anche per quanto riguarda il conteggio dei positivi il sistema è da rivedere, dice il presidente del Veneto Luca Zaia: “Noi – spiega – abbiamo avanzato per primi la proposta di non contare gli asintomatici tra i positivi. L’Ecdc, il massimo organismo europeo sulla pandemia dà già come indicazione di valutare solo i sintomatici. Tant’è vero che io, non più tardi di una decina di giorni fa, ho proposto al Governo in riunione di modificare la definizione di caso. Non è più chiunque passi per strada, ma è il sintomatico”. Sulla stessa posizione il governatore della Toscana, Eugenio Giani. Invoca la semplificazione pure il governatore ligure Giovanni Toti, che parla di “pandemia burocratica”. Il Governo, propone, “decida al più presto di tamponare solo i sintomatici, altrimenti non saremo travolti dai malati ma dalle carte e dai tamponi”.

Sul fronte delle quarantene, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato ritiene che si debbano “semplificare le procedure per gli asintomatici completamente vaccinati: negli Usa in questo caso la quarantena finisce dopo cinque giorni”. E per un’apertura si schiera anche il direttore scientifico dello Spallanzani, Francesco Vaia: “I dati mettono in evidenza un aspetto importante: sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva. Se questo trend, figlio della campagna vaccinale della terza dose, si stabilizzerà abbiamo bisogno di andare incontro alle esigenze dei cittadini e snellire le procedure di isolamento e quarantena. Così come avviene negli Usa le persone vaccinate e asintomatiche, se positive, dopo cinque giorni di isolamento possono e devono tornare alle loro attività quotidiane”. Con le norme ora in vigore, invece i contagiati che hanno ricevuto il booster o hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni devono stare in isolamento per sette giorni purché siano sempre stati asintomatici o risultino asintomatici da almeno 3 giorni; al termine del periodo possono uscire dall’isolamento solo con un test molecolare o antigenico negativo.

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