Un patto di consultazione tra Sinistra Italiana ed Europa Verde in vista del voto per il Quirinale è stato lanciato alla Camera dei deputati “per individuare le caratteristiche per un profilo di alta moralità e di garanzia”. “Siamo qui per dire un no forte alla candidatura di Silvio Berlusconi“, ha rivendicato Eleonora Evi, co-portavoce di Europa Verde. Accanto a lei Angelo Bonelli che ha ribadito a sua volta la necessità di “costruire un argine democratico” al tentativo di chi vorrebbe portare il presidente di Forza Italia al Colle.

Ma l’obiettivo, secondo Nicola Fratoianni, deputato e segretario di Sinistra italiana, è anche quello di evitare che si consolidi, anche sulla partita dell’elezione del capo dello Stato, lo schema politico che sostiene l’attuale esecutivo: “La discussione che si sta sviluppando intorno al nome di Mario Draghi, sia che resti a palazzo Chigi o che vada al Quirinale, si pone questo

obiettivo: stabilizzare un quadro politico conservatore che non dà le risposte di cui il Paese ha bisogno, sul lavoro, sull’ambiente, sui diritti sociali”, spiega. “Apprezziamo il chiaro no di Enrico Letta all’inserimento del nucleare nella tassonomia Ue”, aggiunge lo stesso Bonelli.

Non è un caso che da Sinistra italiana e da Europa Verde, oggi all’opposizione di questo governo, si consideri necessario riaprire le discussioni con Pd e M5s e le altre forze progressiste per la costruzione di quel campo largo sul quale è al lavoro il segretario Pd Enrico Letta. “Non può essere soltanto evocato, va costruita un’alternativa. A partire dal Colle: al momento le interlocuzioni sono in corso. I nostri numeri sono limitati, ma in Parlamento ci sono forze disorientate, disponibili a dialogare a partire da una proposta che da questa interlocuzione dovrebbe arrivare”, spiega Fratoianni. Tutto mentre un incontro dovrebbe essere organizzato in settimana tra lo stesso Letta, il presidente M5s Giuseppe Conte e il ministro della Salute e leader di Articolo Uno, Roberto Speranza.

Da Si ed Europa Verde, invece, non viene condivisa la richiesta, arrivata da pezzi del Pd (la corrente di Matteo Orfini) e anche dentro i gruppi M5s, per un ripensamento di Sergio Mattarella per un bis più volte già escluso dal capo dello Stato: “Il doppio mandato è un’eccezione, non diventi una prassi. Non vogliamo tirare per la giacchetta Mattarella per un bis, anzi, questo tipo di azione sarebbe controproducente. È invece necessario individuare un profilo di altissima moralità e di grande garanzia per le istituzioni”, hanno concluso.

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