Il Senato ha confermato la fiducia al Governo sul maxiemendamento alla manovra con 215 voti a favore, 16 contrari e nessun astenuto. Il testo passa alla Camera per il via libera definitivo che si terrà entro la fine dell’anno.

La richiesta della fiducia era stata annunciata dal ministro dei rapporti con il Parlamento Federico d’Incà, intervenendo in Aula a Palazzo Madama e presentando il maxiemendamento del governo sulla legge di bilancio: “Il Governo sottopone alla presidenza il testo di un emendamento” che “include le modifiche approvate dalla Commissione (Bilancio, ndr) e su cui intende porre la questione di fiducia“.

La comunicazione di D’Incà era attesa e arriva a seguito di numerosi ritardi e rinvii. Il testo della legge di Bilancio è infatti in Senato il 6 dicembre scorso e la Camera lo aspettava per il 21 dicembre. Il viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli ha fatto sapere che “Non è stato stralciato nulla”. Non c’è quindi stato alcun parere negativo da parte della Ragioneria sugli emendamenti aggiuntivi.

E anche sul maxiemendamento non sono mancati ritardi, con la seduta sospesa più volte fino a notte fonda. Mancava ancora il parere della commissione Bilancio presieduta da Daniele Pesco (M5s), che aveva chiesto più tempo: “Abbiamo ricevuto la nota della Ragioneria, l’abbiamo studiata in commissione, sono state fatte delle scelte e per essere tradotte in un parere serve ancora mezz’ora”. “Se non basta ci aggiorniamo a domani”, ha replicato il vicepresidente di turno del Senato, Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia. Poi la situazione si è sbloccata dopo le 3, con il sì in piena notte.

In aula è intervenuto anche Matteo Renzi: “Non è accettabile che la legge di Bilancio diventi la legge delle due notti, una in commissione e una in Aula. Condividiamo la stragrande maggioranza dell’impianto della legge e votiamo con convinzione la fiducia. Ma non è accettabile che il Parlamento sia costantemente, costantemente, costantemente ignorato nell’azione di governo”, ha detto il leader di Italia Viva durante la discussione sul voto di fiducia sulla manovra, esprimendo “un garbato ma civile dissenso sul metodo che questo governo ha utilizzato”. “E mi spiace non dirlo – ha concluso – davanti al ministro dell’Economia”.

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