“Un sisma di quest’entità non si verificava”, nella zona della bergamasca, “dal 1979”. A dirlo, intervistato dall’Ansa, è il direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti (Ont) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Salvatore Stramondo, descrivendo il fenomeno sismico della mattina del 18 dicembre che ha avuto epicentro a Bonate Sotto, in provincia di Bergamo. “È stato un evento leggero e profondo“, aggiunge Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, spiegando che attività “tra 4 e 5 di magnitudo sono” da considerarsi “relativamente deboli: i terremoti in Italia, solitamente causano danni oltre 5.5“. Poi ci sono delle variabili, come le costruzioni in superficie e la profondità dell’epicentro. “Un terremoto che avviene in profondità diminuisce l’energia che arriva in superficie, perché – chiarisce Doglioni – il cono di energia che si irradia in superficie diventa più vasto”.

Stramondo specifica che il sisma di sabato è stato “un fenomeno compressivo: una placca, quella adriatica, di cui fa parte anche la Pianura padana e che è collegata alla placca africana, preme a nord su quella europea. In questa spinta la placca europea viene spostata ogni anno di un millimetro, accorciandosi verso Nord. Per capire questo movimento sismico – spiega – basta immaginare due mani che premono l’una contro l’altra, generando uno scivolamento laterale. Tecnicamente si definisce regime tettonico compressivo con una componente di movimento laterale, ovvero “transpressivo“. Un sisma di questo tipo si è verificato ad esempio in Emilia nel 2012 (anche qui il meccanismo dominante è compressivo), qualcosa di totalmente diverso dai terremoti appenninici avvenuti all’Aquila e ad Amatrice, caratterizzati invece da meccanismi distensivi“.

Nel marzo 2017 un sisma di magnitudo 4.4 con epicentro in Svizzera, a 60 chilometri dal confine italiano, fu avvertito anche in Lombardia, senza danni a cose e persone. Due anni prima, il 14 dicembre 2015, una scossa fu registrata nella zona di Sarezzo (Brescia). Pochi giorni prima, il 29 novembre 2015, un altro terremoto, con epicentro ancora una volta nel bergamasco, ad Aviatico, di magnitudo 3.3, fu percepito in tutta il hinterland. Nel 2013, un’altra scossa, questa volta di magnitudo 3.7, con epicentro nel comune di Godiasco-Salice Terme, a una profondità di 3 km circa, spaventò non poco gli abitanti del pavese, ma anche in quell’occasione non ci furono danni a persone o cose, così come oggi.

IL DISOBBEDIENTE

di Andrea Franzoso 12€ Acquista
Articolo Precedente

Covid, gli anestesisti: “La variante Omicron corre più veloce della politica. Ci prepariamo al peggio, siamo preoccupati ma pronti”

next
Articolo Successivo

Covid, il governo pensa a una stretta dopo Natale. Dalle mascherine all’aperto al tampone per eventi affollati e feste: le opzioni sul tavolo

next