Entro “metà gennaio” la variante Omicron sarà “dominante” in Europa. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen spiega di fronte alla plenaria del Parlamento europeo lo scenario che si profila nel Vecchio Continente nelle prossime settimane. Avvertendo come l’ondata a cui si assiste in queste settimane con numeri “crescenti” di casi positivi al Sars-CoV-2, di malati di Covid-19, di ricoveri in ospedale e di morti in Europa sono dovuti “quasi esclusivamente” alla variante Delta. Mentre “all’orizzonte” si profila il ceppo scoperto in Sudafrica, che è “ancora più contagioso” e provoca un numero di casi che “raddoppia ogni 2 o 3 giorni”. Un fattore di “preoccupazione”, lo ha definito la presidente della Commissione.

L’allarme della presidente von der Leyen è netto e inequivocabile. Per questo la Commissione, ha spiegato, segue la situazione “con un misto di preoccupazione e di fiducia”. Da un lato si è definita “triste” come “molti di voi, per il fatto che il Natale sarà oscurato ancora una volta dalla pandemia” ma “d’altra parte ho fiducia, perché abbiamo la forza e i mezzi per superare la pandemia nel lungo termine”. Prima, ha avvertito, toccherà fronteggiare una “doppia sfida”: “I casi di Covid-19 sono aumentati in modo massiccio in Europa. Ci sono alcuni Stati membri che hanno i tassi di contagio più alti di sempre”.

Il Vecchio Continente, ha aggiunto, vede “un numero crescente di persone che si ammalano, un carico che si aggrava sugli ospedali e purtroppo un aumento del numero dei morti”. Ed è “importante essere consapevoli del fatto che questo grande aumento del numero dei contagi è dovuto quasi esclusivamente alla variante Delta, quello che mi preoccupa è che ora vediamo una nuova variante, Omicron, all’orizzonte, che apparentemente è ancora più contagiosa”.

Tra le principali basi di dati per stimare l’impatto della variante sudafricana nei prossimi mesi arriva dal Regno Unito, tra i Paesi europei con la prevalenza maggiore e, allo stesso tempo, i più ampi dati di sequenziamento. A Londra Omicron è già responsabile di quasi il 50% dei casi e la stessa situazione si verificherà in breve tempo nelle altre province del Regno Unito. I numeri finora registrati in Inghilterra ha spinto Jenny Harries, la numero uno dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa), a definire la variante come “probabilmente la minaccia più significativa per la salute pubblica dall’inizio della pandemia”.

Parlando davanti a una commissione del Parlamento britannico, Harries ha aggiunto che i dati in arrivo nei prossimi giorni saranno “sconcertanti” rispetto a quelli delle altre varianti. Secondo l’esperta, potrebbe crearsi una situazione “molto preoccupante” per la tenuta del servizio sanitario pubblico, che è sotto pressione per il Covid e per una serie di problemi organizzativi di più vecchia data.

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