L’accusa è “l’indebita fruizione di ‘aspettativa sindacale non retribuita‘”. Sono 12 le persone indagate per truffa ai danni dell’Inps nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e dal pm Paolo Storari che ha portato anche al sequestro preventivo di 600mila euro a carico di “alcune sigle sindacali” lombarde della Cisl. La misura è stata eseguita oggi dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. Dalle indagini è emerso che “numerosi sindacalisti, pur lavorando in via esclusiva presso le associazioni sindacali, sarebbero stati formalmente assunti da società compiacenti senza avervi mai lavorato” e ciò solo per permettere “ai sindacati di appartenenza di fruire dello sgravio contributivo“.

“L’ipotesi di reato, per la quale sono in corso le indagini preliminari – scrive il procuratore facente funzione di Milano Riccardo Targetti in una nota – riguarda una possibile truffa perpetrata ai danni dell’Inps posta in essere dalle predette associazioni attraverso l’indebita fruizione di ‘aspettativa sindacale non retribuita’”. Tale istituto, “previsto dall’art. 31 della Legge 300/1970“, il cosiddetto Statuto dei lavoratori, “riconosce il diritto del lavoratore, eletto al fine di ricoprire una carica sindacale, di poter essere collocato in aspettativa non retribuita percependo la sola retribuzione dal sindacato (e non più dal datore di lavoro originario) beneficiando della contestuale contribuzione figurativa”.

In sintesi, spiega ancora la Procura, “il lavoratore vede riconosciuto dall’Inps, ai fini pensionistici, i contributi maturati, senza che né il datore di lavoro né il sindacato abbiano effettuato versamenti in denaro”. Un beneficio che viene riconosciuto “a condizione che il lavoratore-sindacalista abbia prestato la propria attività lavorativa per un periodo minimo di 6 mesi presso il datore ‘distaccante'”. Dalle indagini, invece, condotte “con l’ausilio di funzionari Inps”, è venuto a galla un sistema attraverso il quale “numerosi sindacalisti” sarebbero stati assunti solo sulla carta “da società compiacenti” senza avervi mai lavorato. E ciò permetteva “ai sindacati” di ottenere gli sgravi sui contributi.

Queste le sigle per cui sono stati disposti sequestri: Cisl Milano Metropoli, Filca Cisl Milano Metropoli, Fim-Cisl Milano Metropoli, Fim Territorio dei Laghi, Unione sindacale territoriale Cisl Bergamo, Femca Cisl dei Laghi Como Varese, Femca Cisl Lombardia, Felsa Cisl Lombardia, Fisascat Cisl, Femca Cisl Milano Metropoli, Femca Cisl Monza Brianza Lecco. “Prendiamo atto dell’esistenza di una indagine che riguarda fatti risalenti nel tempo ed a noi sconosciuti”, dichiara il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. “Attendiamo l’esito degli accertamenti con piena fiducia del lavoro della magistratura e al contempo grande rispetto per la presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione ed ancora ieri ribadita da una Legge dello Stato voluta dall’attuale Governo e approvata dal Parlamento”, aggiunge Sbarra.

“La Cisl di Bergamo non è oggetto di indagine nella vicenda giudiziaria che ha coinvolto altre sigle della confederazione. La notifica della Guarda di Finanza è solo da ricollegare al passaggio a Bergamo di un operatore politico che aveva svolto in precedenza altri incarichi in altre strutture”, si legge in una nota della Cisl di Bergamo. “Per quanto ne sappiamo e per quanto ci riguarda – prosegue la nota – la sua posizione all’interno della struttura di via Carnovali non mostrerebbe alcun problema. Per cui, ribadiamo, la nostra estraneità a una vicenda che comunque ci lascia amareggiati per il coinvolgimento di strutture della nostra organizzazione”. “Confidiamo nell’operato della magistratura e speriamo che al più presto sia fatta chiarezza sotto ogni aspetto”, conclude la nota.

IL DISOBBEDIENTE

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