Il Parlamento va avanti sul disegno di legge sul suicidio assistito, ma i compromessi trovati per portare il provvedimento in Aula annacquano la proposta iniziale. Le commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno infatti finalmente approvato il ddl di attuazione della sentenza della Corte costituzionale del novembre 2019: contrario il centrodestra, a favore M5s e centrosinistra. Il testo va in Aula lunedì prossimo 13 dicembre e i relatori individuati sono Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s). Tra le modifiche approvate oggi, ce n’è una molto discussa nelle scorse settimane: l’obiezione di coscienza. Un passaggio che, secondo i promotori del referendum sull’eutanasia, rappresenta “un frettoloso passo indietro rispetto alla sentenza della Consulta”. Secondo Marco Cappato e Matteo Mainardi, è l’ennesima “occasione persa” della politica. Posizione condivisa dal deputato Riccardo Magi (+Europa) che parla di un testo “gravemente insufficiente”: “Lo scopo dei partiti è portare in Aula un testo quale che sia, rinviando le scelte sui nodi non sciolti. Esito prevedibile: lo stesso del ddl Zan. I nodi non sciolti ora non lo saranno dopo”. E ha aggiunto: “Vedo un giubilo immotivato”.

Obiezione di coscienza: come previsto passa l’emendamento – “La dichiarazione dell’obiettore – si legge nell’emendamento – deve essere comunicata entro tre mesi dalla data di adozione del regolamento” di attuazione della legge, “al direttore dell’azienda sanitaria locale o dell’azienda ospedaliera, nel caso di personale dipendente”. E ancora: “L’obiezione può sempre essere revocata o venire proposta, anche al di fuori dei termini di cui al comma uno, ma in tale caso la dichiarazione produce effetto dopo un mese dalla sua presentazione”. Si precisa poi che “l’ obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificatamente diretta al suicidio e non dall’assistenza antecedente l’intervento”. Infine, “gli enti ospedalieri pubblici autorizzati sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dalla presente legge. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione”.

Sanatoria delle condanne precedenti alla legge – Oltre all’obiezione di coscienza, oggi è stato approvato dalle commissioni anche un emendamento che prevede una “sanatoria” dei casi precedenti all’entrata in vigore della legge. “Non è punibile chiunque sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima della entrata in vigore della presente legge“, si legge. “Qualora al momento del fatto ricorressero i presupposti delle condizioni della presente legge e la volontà libera Informata e consapevole della persona richiedente fosse stata inequivocabilmente accertata”.

Cappato: “Così il testo è un’occasione mancata” – Secondo Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia legale, e Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Eutanasia Legale hanno fortemente criticato la scelta del Parlamento: “Il testo in votazione rappresenterebbe, se approvato, un frettoloso passo indietro rispetto alla stessa sentenza della Corte costituzionale”. Cappato e Mainardi parlano di “occasione mancata”: “Dopo tre anni di attesa i parlamentari stanno dedicando poche ore per approvare norme che restringono l’applicazione della legge già in vigore grazie alla sentenza della Consulta, perché introducono l’obiezione di coscienza ed escludono la sofferenza di natura solo psichica. Il disegno di legge è un’occasione mancata perché non prevede termini certi per evitare boicottaggi istituzionali come quello in atto contro “Mario” nelle Marche e perché conferma la discriminazione dei pazienti che non sono “tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale, come ad esempio i malati di cancro, che sono i casi più frequenti di richiesta di aiuto a morire”. Secondo Magi inoltre, “c’è un indietreggiamento rispetto a quanto indicato dalla Corte costituzionale, come la presenza per il malato di sostegni sanitari vitali; inoltre si prevede che i malati debbano essere coinvolti in percorsi di cure palliative, una norma fumosa; inoltre l’obiezione di coscienza rischia, in alcune regioni in cui aderirà la totalità dei medici, di svuotare la legge, come avviene per l’aborto”.

Intanto, la Corte di Cassazione ha comunicato al Comitato promotore referendum eutanasia legale – presieduto dalla segretaria dell’associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo – la validità delle firme sul referendum per l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale sull’ “omicidio del consenziente”. Domani 10 dicembre il Comitato presenterà le proprie osservazioni sul titolo del referendum. Il prossimo passaggio sarà quello del giudizio di ammissibilità in Corte costituzionale. “E’ un altro passo verso la legalizzazione dell’eutanasia in Italia – ha dichiarato Gallo – lungo un percorso aperto dal coraggio di persone che si sono battute pubblicamente per vedere riconosciuto il diritto a non dover subire contro la propria volontà una condizione di sofferenza insopportabile. Il Parlamento, con il testo in votazione oggi in Commissione, ha scelto di eludere le questioni poste dal referendum e di limitarsi a tradurre in legge (in peggio) la sentenza della Corte costituzionale sul processo Cappato/Antoniani, sentenza che ha già valore di legge”.

Per Pd e M5s è comunque un buon risultato – Soddisfatti invece il centrosinistra e gli esponenti M5s. “Sono contento per la conclusione dei lavori in commissione sul suicidio assistito, che ci permette di arrivare in Aula lunedì prossimo”, ha detto il capogruppo Pd Alfredo Bazoli. “Ringrazio tutti i gruppi per il lavoro accurato e costruttivo che ha consentito di migliorare il testo di partenza. Mi auguro che lo stesso spirito di confronto e dialogo possa essere mantenuto anche in Aula, per consentire al Parlamento di approvare una legge in linea con i principi e le raccomandazioni della Corte costituzionale, su un tema delicato che ci riguarda tutti senza distinzioni”. Anche per i 5 stelle “è un grande risultato sul fronte dei diritti ottenuto anche grazie al lavoro di mediazione portato avanti dai relatori. Oggi abbiamo fatto un passo avanti importante verso una legge di civiltà attesa da anni. Come MoVimento 5 stelle non abbiamo mai smesso di lavorare affinché il testo fosse calendarizzato in Aula il prima possibile e continueremo il nostro impegno fino all’approvazione definitiva: il Paese non può più aspettare”.

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