Non ce l’ha fatta Damiano Bologna, l’uomo che è intervenuto per difendere un’amica dall’aggressione di un uomo che da tempo la perseguitava. Il fatto risale ad alcuni giorni fa, il 13 novembre: il cinquantenne era stato colpito al volto con un pugno e una gomitata. Poi è stato spinto a terra dove ha sbattuto la testa e perso i sensi. Poco dopo era stato soccorso dal 118 e ricoverato in terapia intensiva con prognosi riservata.

Le riprese delle telecamere di videosorveglianza hanno permesso ai poliziotti di identificare l’aggressore: si tratta del pregiudicato 36enne Domenico Bellafede, già arrestato alcuni giorni dopo il pestaggio. Ora, con la morte della vittima, l’uomo risulta indagato per omicidio preterintenzionale. Il tutto è successo in piazza Terme, a Canosa di Puglia. Bologna era stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Bonomo di Andria, mentre il 36enne era scappato su una Jeep Renegade bianca.

“L’esempio di coraggio di chi è intervenuto in difesa di una donna si è trasformato in tragedia e purtroppo Canosa piange una giovane vita spezzata da un gesto di brutale violenza che si fa fatica a comprendere ma che dobbiamo unanimemente condannare” ha commentato il sindaco Roberto Morra, che per il giorno del funerale proclamerà il lutto cittadino. “È necessario che la città si fermi a riflettere sull’accaduto”, ha aggiunto Morra, “un atto lontano dalla cultura e dal vivere civile della nostra comunità”. Una “scena da teppismo urbano” l’hanno definita gli investigatori.
Il 36enne è stato quindi arrestato il 20 novembre per lesioni e stalking e portato in carcere. Due giorni fa, quando la vittima del pestaggio ancora lottava per sopravvivere nel reparto di rianimazione dell’ospedale Bonomo di Andria, Bellafede è stato scarcerato e si trova agli arresti domiciliari.

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