Dopo mesi di lockdown avevo bisogno di concentrarmi su temi ed argomenti che non fossero solo la pandemia. Volevo analizzare altre tragedie del presente e nuove opportunità per il futuro. Avevo bisogno dell’America latina, un continente vitale come non mai e che non smette di lottare. Avevo bisogno di discorsi lenti, di lotte sociali, di incontrare le popolazioni indigene del bacino amazzonico. Avevo bisogno di respirare sebbene la Bolivia non sia un Paese dove è semplice farlo. L’altitudine ti mozza il fiato così come le bellezze del sud Lipez o della Cordillera real, così come le drammatiche condizioni di vita dei minatori di Potosì. La Bolivia è uno dei Paese più poveri al mondo. La Paz, e soprattutto El Alto, l’immensa città aymara a 4000 metri d’altitudine, sono luoghi dove il progresso e la speranza vanno a braccetto con la miseria. Ancora oggi decine di migliaia di minatori si spaccano la schiena e rischiano la vita per mantenere le proprie famiglie. Ma forse qualcosa potrebbe cambiare grazie al litio, il carburante del prossimo secolo. Con 21 milioni di tonnellate stimate solo al di sotto del Salar de Uyuni, la Bolivia è il Paese con la più grande riserva al mondo di litio. Il che lo mette, oltretutto, al centro della guerra geo-politica dei prossimi 50 anni. Chissà come verrà combattuta la guerra per il controllo dell’oro bianco. Quella per l’oro nero, il petrolio, ha causato morte, profughi e destabilizzazione. In Venezuela, primo paese al mondo per riserve petrolifere, si cerca di imporre un cambio di governo da 20 anni. Proprio da quando Chavez ha nazionalizzato l’industria petrolifera. L’Iraq, terza riserva al mondo, è stato bombardato per anni. L’Iran, quarto al mondo, è al centro della nuova guerra fredda. La Libia, nona per numero di barili, è un Paese in guerra civile, da quando si decise, con la scusa dei diritti umani, di buttare giù Gheddafi. Nel 2020, in Bolivia, ha vinto di nuovo il MAS – il Movimento al Socialismo – e l’ex-ministro dell’economia Luis Arce è diventato Presidente. Arce sta portando avanti le stesse politiche del suo predecessore Evo Morales: nazionalizzazioni, sovranità energetica e collaborazione con la Cina. Racconto tutto questo in “Respiro”, il documentario in tre puntate che ho realizzato per TvLoft. L’ho chiamato così perché tutto, in Bolivia, ha a che vedere con il respiro. Il respiro affannoso dei minatori, il respiro che si trattiene sulle strade delle Ande, il respiro dell’Amazzonia, la foresta che mantiene in vita il mondo. Una foresta abitata da popoli ai quali dovremmo esser grati perché lottano per custodirla e, in un certo senso, ci permettono di respirare.

Di Alessandro Di Battista

“Respiro, racconti boliviani di Alessandro Di Battista” è un documentario in tre puntate realizzato da Loft Produzioni e pubblicato in esclusiva per TvLoft (disponibile su www.tvloft.it, app e smart tv). La prima puntata sarà disponibile da lunedì 22 novembre.