Nuovi segnali di cedimento nella maggioranza in Senato. Le tensioni questa volta sono state sul decreto Capienze: il governo ha dato parere negativo su due emendamenti, ma non tutti i partiti che sostengono l’esecutivo si sono allineati. E per l’ennesima occasione, Italia viva e il centrodestra si sono trovati a votare con Fratelli d’Italia. Un comportamento che ormai, dopo tutti i corteggiamenti delle ultime settimane, non sorprende, ma che comincia a porre problemi seri per quanto riguarda la tenuta dell’esecutivo sulla lunga distanza (gli occhi sono puntati sul voto per il Quirinale, ma non solo).

Il primo emendamento in questione riguardava l’accesso ai bus turistici con Green pass (esteso al 100%) ed era stato presentato da Forza Italia, Lega e Pd (che poi lo ha ritirato); il secondo invece era di Italia viva a proposito dell’età del personale sanitario impiegato per l’emergenza Covid. In entrambi i casi il governo ha rivisto la sua posizione e chiesto alla maggioranza di votare contro, ma solo il Pd ha accettato la nuova linea e l’esecutivo è andato sotto per due volte. L’emendamento di Iv è stato votato anche da Pierpaolo Sileri (senatore M5s e sottosegretario alla Salute) e dal dem Antonio Misiani, che però ha chiarito di averlo fatto per errore. Palazzo Madama ha poi dato via libera al provvedimento con 174 sì, 20 no e nessun astenuto. Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri l’8 ottobre scorso, passa ora all’esame della Camera e deve essere convertito in legge entro il 7 dicembre.

I primi a protestare sono stati i senatori del Movimento 5 stelle, con il senatore Gianluca Castaldi e la capogruppo Maria Domenica Castellone, che hanno chiesto la sospensione dell’Aula. La richiesta però è stata respinta. “Qui nessuno è contrario ai bus turistici”, ha detto Castaldi, “ma c’è una responsabilità di forze di governo che devono seguire una linea. I bus turistici devono sapere che Pd, M5s, LeU hanno la stessa volontà di aiutarli, ma non mettono in difficoltà il governo Draghi. Chiedo al ministro per i rapporti con il Parlamento che venga subito avvisato il presidente di certi comportamenti di forze di maggioranza”. Ancora più dura la capogruppo Castellone: “Il voto contrario, avvenuto rispetto al parere del governo, da parte di alcune forze di maggioranza al Senato è un fatto estremamente grave e chi ne è stato protagonista ne deve rendere conto”, ha detto. “Il centrodestra e Iv, che con questo ennesimo atto proseguono nella manovra di avvicinamento reciproco, hanno deciso di votare contro l’esecutivo e i loro stessi ministri. Se vogliono chiudere con l’esperienza del governo e aprire una crisi, se ne assumano la responsabilità e lo dicano. I cittadini devono sapere se chi guida il Paese in questa fase così critica è affidabile o meno”.

Anche dal fronte dem non sono mancate le proteste: “È arrivato il momento che centrodestra e Italia Viva chiariscano se hanno ancora fiducia nel governo Draghi”, ha dichiarato la presidente dei senatori Pd Simona Malpezzi. “Altrimenti non si spiega perché in aula al Senato abbiano votato alcuni emendamenti con FdI nonostante il parere contrario dell’esecutivo. Sono convinta che serva davvero un metodo di lavoro condiviso in vista dell’iter parlamentare della legge di bilancio. Il Pd è al governo con serietà e responsabilità. Mi domando se anche Lega, FI e IV si stiamo comportando nello stesso modo”. Subito la reazione dell’Aula con applausi, fischi e toni alzati. Calderoli ha anche ricordato che le valutazioni politiche sui voti dei parlamentari non possono essere fatte in Aula. Con un intervento di Luca De Carlo, Fratelli d’Italia ha sottolineato che “dove il governo, come in questo caso, non pone la fiducia vengono fuori le crepe della maggioranza“. Preoccupazione condivisa anche da Leu. “Serve un chiarimento nella maggioranza e anche col governo”, ha detto la senatrice di Leu e presidente del gruppo Misto Loredana De Petris. “Con questi numeri – continua l’esponente di Leu – diventa difficile anche per la legge di Bilancio”.

I segnali che arrivano da Palazzo Madama aumentano le tensioni in vista di alcune delle votazioni decisive dei prossimi mesi. Intanto quella più impellente di tutte: l’approvazione della legge di Bilancio. Ma la testa è già allo scontro sul Quirinale e a quello che potrebbe succedere dopo se le forze di maggioranza decidessero di non sostenere più l’esecutivo. Al momento sono solo ipotesi, ma il messaggio di Italia viva è ormai chiaro a tutti: la manovra di Matteo Renzi è quella di posizionarsi sempre di più al centro e per questo non manca di ammiccare al centrodestra, molto spesso votando insieme a Fi, Lega e perfino Fratelli d’Italia. A Palazzo Madama i renziani sono decisivi per la maggioranza e proprio su questo aspetto l’ex premier continua a puntare.

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