Si è imposta per limare al ribasso gli accordi sul carbone della Cop26 ma intanto la sua capitale soffoca nello smog. È il paradosso dell’India, dove il 13 novembre le autorità di Nuova Delhi ha annunciato che nella metropoli da oltre 21 milioni di abitanti le scuole rimarranno chiuse per una settimana in conseguenza dell’emergenza sanitaria causata dagli estremi livelli di inquinamento. Una decisione presa dopo che le ultime rilevazioni hanno mostrato una concentrazione di particelle 20 volte superiore ai limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“Abbiamo deciso di chiudere in modo che i bambini non debbano respirare aria inquinata”, ha detto ai giornalisti il primo ministro dello stato che ospita la capitale, Arvind Kejriwal, proprio mentre il premier indiano Narendra Modi si imponeva a Glasgow affinché nel testo finale dell’accordo sul clima di sostituisse l’espressione “eliminazione graduale” del carbone con la frase “riduzione graduale”. Kejriwal ha poi spiegato che, oltre alle scuole, le autorità locali hanno anche deciso di bloccare l’attività di tutti i cantieri per quattro giorni, da lunedì 15 a giovedì 18, e di chiedere ai dipendenti pubblici e privati di lavorare da casa. Una serie di sforzi intrapresi allo scopo di abbassare i livelli di pm 2.5, le particelle di polveri sottili più dannose perché capaci di penetrare nel sangue, che in città hanno superato i 300, venti volte la soglia massima giornaliera raccomandata dall’Oms. Il Centro per il controllo dell’inquinamento ha infatti avvertito che l’emergenza nella capitale indiana potrebbe durare fino al 18 novembre.

Nuova Delhi è da anni una delle metropoli più inquinate al mondo, soprattutto d’inverno, quando cioè i roghi dei rifiuti agricoli si sommano alle emissioni di fabbriche e tubi di scappamento dei veicoli rendendo l’atmosfera irrespirabile. Nell’ultima settimana, però, la situazione è peggiorata e i livelli di smog sono saliti a 437 su una scala di 500, secondo l’indice della qualità dell’aria. Una circostanza che, stando al Times of India, ha già provocato un aumento significativo del numero di persone con problemi respiratori nei pronto soccorso: “Stiamo ricevendo 12-14 pazienti ogni giorno in emergenza, soprattutto di notte, quando i sintomi causano disturbi del sonno e panico”, ha testimoniato al quotidiano locale il dottor Suranjit Chatterjee dell’ospedale Apollo. E quello delle polveri sottili non è neppure l’unico problema ambientale di cui soffre la città. Proprio nei giorni scorsi, uno strato di schiuma tossica è comparso sul fiume Yamuna, un affluente del Gange che attraversa Nuova Delhi: secondo gli esperti la sostanza contiene alti livelli di ammoniaca e fosfati che possono causare problemi respiratori e cutanei.

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