La Cgil resta esitante rispetto alla linea da tenere sulla legge di Bilancio del governo Draghi. Continuerà nel blando percorso di mobilitazione concordato con Cisl e Uil ma si lascia aperte opzioni più battagliere. L’Assemblea generale che si è riunita giovedì ha dato mandato alla segreteria nazionale “di valutare e prevedere ulteriori mobilitazioni senza escludere iniziative e forme di lotta di carattere generale” anche “alla luce delle verifiche sugli esiti di questa prima fase di mobilitazione e delle risposte che potranno arrivare dal governo”.

La manovra, peraltro ancora non pubblicata in Gazzetta ufficiale, “pur contenendo alcuni elementi positivi” – dal rinnovo dei contratti pubblici alla sanità fino alla riforma degli ammortizzatori sociali – non rappresenta ancora “una risposta adeguata e sufficiente” alle richieste e proposte di Cgil, Cisl e Uil, si legge nelle conclusioni, e non risponde adeguatamente alle disuguaglianze sociali ed economiche e ai divari, a partire dal Mezzogiorno del paese, cresciuti durante la pandemia”. Nell’immediato, dunque, la Cgil con Cisl e Uil sarà impegnata in una campagna straordinaria di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e territori mettendo in campo manifestazioni e iniziative regionali e di categoria, utilizzando così “tutti gli strumenti di mobilitazione necessari per garantire una partecipazione più larga possibile”.

Eppure le critiche non mancano. Su quota 102 per il solo 2022 “la mediazione politica oltre che interessare un numero limitatissimo di lavoratori non affronta la necessità di prevedere l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i più giovani, una flessibilità in uscita per tutti dopo 62 anni di età o 41 anni di contributi, interventi che tengano conto della specifica condizione delle donne, dei lavoratori disoccupati, discontinui e precoci, dei lavori gravosi o usuranti. Assenti anche risorse “adeguate” per la legge sulla non autosufficienza mentre sul versante fiscale, oltre al no alla riduzione dell’Irap proposto dal governo, che determinerebbe una “riduzione di risorse al Ssn”, non c’è “una scelta netta per ridurre l’imposizione su lavoratori e pensionati collocando in questa direzione tutte le risorse disponibili”. Né prevede misure concrete per il contrasto all’evasione ed elusione fiscale e all’economia sommersa.

Sono inoltre “assenti misure che contrastino la precarietà nel lavoro” di giovani e donne e non vengono definite “misure adeguate ad affrontare, attraverso nuove politiche di sviluppo e industriali governate e orientate, sia le sfide della transizione ambientale e digitale, che le tante crisi aziendali aperte o che si stanno determinando”, ribadisce la Cgil ricordando come serva “sia un fondo di garanzia che un ammortizzatore dedicato e finalizzato alla transizione green”, conclude il sindacato che per far fronte all’impegno straordinario” della mobilitazione ha deciso di spostare l’assemblea organizzativa Cgil prevista dal 16 al 18 dicembre al 10, 11 e 12 febbraio 2022.

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