La partita sul cashback non è chiusa. La legge di bilancio 2022 ne prevede la cancellazione ma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione finanze del Senato Emiliano Fenu, ha annunciato che sono “pronti emendamenti non solo per recuperare il cashback lanciato durante il governo Conte II, ma anche per introdurre un innovativo cashback fiscale, che intende offrire al contribuente la possibilità di chiedere l’immediato accredito sul conto corrente di alcune spese detraibili”. E nelle stesse ore, in Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, il numero uno della società pubblica PagoPa Giuseppe Virgone ha confermato la fattibilità di questa proposta visto che l’infrastruttura del Centro Stella dei pagamenti elettronici, che è stata la base tecnologica del cashback, copre la quasi totalità della rete di pos (oltre 3 milioni) installati presso gli esercenti a livello nazionale.

Virgone ha anche ricordato che il rimborso del 10% a fronte delle spese sostenute con carta – di cui hanno usufruito 9 milioni di cittadini per un totale di 823 milioni di operazioni di pagamento, in media oltre 4,2 milioni al giorno – ha avuto un impatto “estremamente importante” sulla digitalizzazione del paese “perché ha abituato i cittadini che non erano abituati a utilizzare strumenti elettronici e soprattutto ha contribuito alla diffusione dell’App Io, dell’identità digitale Spid e della Carta d’identità elettronica, quindi ha portato uno strumento digitale nelle mani delle persone”. Secondo il manager, “quindi il risultato dell’operazione che era fondamentalmente questo, di accelerare per i cittadini l’utilizzo di strumenti digitali, è stato raggiunto“. Per Fenu “su questo dobbiamo andare avanti con forza, perché il cashback è una misura che contribuisce a rivitalizzare il commercio di prossimità, aiuta a contrastare l’evasione fiscale e si è rivelato un’incredibile spinta alla digitalizzazione dei rapporti tra cittadini e Pubblica amministrazione”.

I buoni risultati del cashback sono stati recentemente evidenziati anche da uno studio del Politecnico di Milano da cui è emerso un incremento del 41% dei pagamenti digitali nei primi sei mesi dell’anno con un effetto di stimolo ai consumi. Il pagamento digitale, a differenza del contate, è registrato e tracciabile e pertanto contribuisce a ridurre la possibilità di evasione fiscale. Il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha ricordato che in Italia “l’evasione fiscale supera i 100 miliardi annui e incide sulle lunghe liste d’attesa nei nostri ospedali, sui servizi ai cittadini, sulle scuole. Eppure strumenti anti-evasione come il cashback sono stati bruscamente interrotti, eppure alcune forze politiche continuano a strizzare l’occhio agli evasori. Noi siamo in prima linea per la legalità e contro gli abusi sempre, non a giorni alterni”. Sebbene l’uso di pagamenti digitali sia in crescita, l’Italia rimane uno dei paesi in cui è più radicato e persistente l’utilizzo di denaro contante.

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