British Petroleum, quarta compagnia petrolifera al mondo, ha affermato oggi che la domanda globale di greggio è tornata sopra i 100 milioni di barili al giorno. L’annuncio arriva mentre a Glasgow è entrata nel vivo la conferenza sul clima Cop26 in cui i governi cercheranno di concordare azioni internazionale per la riduzione delle fonti fossili (petrolio, gas e carbone) e quindi delle emissioni di Co2. La soglia dei 100 milioni di barili non veniva raggiunta da prima della pandemia e il sorpasso arriva in anticipo rispetto alle previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia che lo scorso aprile aveva ipotizzato “entro due anni”. Il livello è stato superato nonostante i collegamenti aerei non abbiano ancora completamente recuperato frequenza pre- Covid. Il consumo di carburante per gli aerei assorbiva circa il 15% dell’offerta di petrolio.

La domanda crescente di petrolio sta spingendo in alto le quotazioni. Nell’ultimo anno il prezzo del Brent (petrolio di riferimento per il mercato europeo) è più che raddoppiato. A beneficiane sono in primo luogo i conti delle compagnie petrolifere. La stessa British Petroleum ha presentato oggi utili per 3,3 miliardi di dollari (2,8 miliardi di euro) nel terzo trimestre dell’anno. Ieri il colosso saudita Aramco ha annunciato guadagni trimestrali per oltre 30 miliardi di dollari, superando le attese degli analisti. Giovedì prossimo è in agenda una riunione dei paesi Opec più la Russia che dovrebbe confermare la decisione di aumentare la produzione di 400mila barili al giorno. Sinora la risposta dell’offerta alla crescente domanda è stata piuttosto tiepida anche perché i grandi investitori stanno iniziando a spostare i loro soldi verso le fonti rinnovabili.

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