A settembre circa 1,34 milioni di famiglie hanno ricevuto il Reddito di cittadinanza o la Pensione di cittadinanza, con quasi tre milioni di persone coinvolte e un importo medio erogato di 546 euro (578 euro per i beneficiari di reddito e 271 per chi ha la pensione). È quanto emerge dall’Osservatorio Inps pubblicato il 26 ottobre, che aggiorna anche il computo totale da inizio anno. Nei primi nove mesi del 2021, i nuclei beneficiari della misura contro la povertà varata dal governo Conte 1 sono stati 1,52 milioni mentre i percettori della Pensione si sono attestati a 160mila, per un totale di 3,8 milioni di individui interessati e un’erogazione media di 547 euro. Il governo Draghi ha appena ufficializzato la decisione di rifinanziare la misura anti povertà con 800 milioni, portando a 8,4 miliardi la cifra complessiva a disposizione nel 2022. Sarà previsto un rafforzamento dei controlli e una riduzione del beneficio per chi rifiuta due offerte di lavoro (contro le tre attuali). Per le modifiche più sostanziali – tra cui quelle che dovrebbero rimediare alla penalizzazione per le famiglie numerose e per gli extracomunitari – si attende la relazione del Comitato per la valutazione del reddito guidato da Chiara Saraceno.

Come si legge nel documento redatto dall’istituto nazionale di statistica, la platea dei percettori dei due sussidi è composta nel mese di settembre da 2,53 milioni di italiani, 308mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno nell’Ue e circa 116mila cittadini europei. Quasi un quarto del totale, per la precisione 742mila, sono minorenni. La distribuzione per aree geografiche vede in testa il Sud e le Isole, dove a beneficiare delle misure sono stati 1,97 milioni di individui, seguito da Nord (578mila) e dal Centro (417mila). Quanto all’articolazione per numero di componenti della famiglia, prevalgono – al 64% i nuclei formati da una o due persone. Variabile l’importo erogato, che oscilla tra un minino di 445 euro per i single a un massimo di 701 euro per gruppi di quattro persone.

Quanto alle revoche, spiega l’Inps, da inizio anno sono state 90mila le famiglie private del Reddito o della Pensione di cittadinanza, mentre nell’intero anno 2020 erano state 26mila: la ragione più frequente è l’accertamento della “mancanza del requisito di residenza o della cittadinanza in Italia”. Nello stesso periodo, sono invece decaduti dal diritto 244mila nuclei contro i 259mila nell’intero anno 2020 e gli 80mila della seconda metà del 2019. La causa principale, in questo caso, è legata all’incremento dell’Isee al di sopra della soglia massima prevista per rientrare tra i potenziali beneficiari.

Alle quasi tre milioni di persone coinvolte si aggiungono 594mila famiglie a cui è stata pagata almeno una mensilità di Reddito di emergenza sulle tre previste per marzo, aprile e maggio: una cifra che corrisponde a 1,3 milioni di individui coinvolti, di cui 827 mila sono cittadini italiani, con un importo medio mensile intascato pari a 545 euro.

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