Sei magistrati vicentini sono indagati per abuso d’ufficio a Trento. La notizia è divenuta pubblica perchè la richiesta di archiviazione della Procura è stata respinta dal gip Claudia Miori, che ha disposto nuove indagini per valutare la fondatezza delle accuse mosse da Renato Ellero, 77 anni, avvocato già docente universitario di diritto penale a Padova e senatore della Lega Nord. La vicenda si protrae da sei anni ed è iniziata quando il professore fu colpito da un principio di ictus, che gli ha provocò la paresi di una parte del corpo. Lamentò di essere rimasto vittima di “lesioni colpose gravissime” per un caso di malasanità, ma anche di malagiustizia. Finora però non è riuscito ad ottenere ragione, nonostante le numerose denunce alla magistratura vicentina su supposte falsificazioni della sua cartella clinica e sulle dichiarazioni di un paio di consulenti medici che si occuparono di verificare le modalità di cura applicate dall’ospedale San Bortolo della città berica.

Per questo Ellero ha denunciato alla procura di Trento – competente per i procedimenti in cui sono coinvolti magistrati veneti – l’ex procuratore di Vicenza Antonino Cappellari (ora a capo dei pm di Padova), l’aggiunta Orietta Canova, i sostituti Giovanni Parolin, Hans Roderich Blattner e Claudia Brunino, nonché il gip Massimo Gerace (ora in pensione). Un primo esposto nel 2019, un secondo nel luglio 2020. “Lamentava la condotta iniziale del procuratore Cappelleri – ripercorre il gip – il quale, ricevuta la denuncia del 3 ottobre 2019, l’aveva trasmessa dolosamente a Trento con riferimento anche alle denunce che riguardavano il personale della Stroke Unit di Vicenza (l’Unità Semintensiva dell’Ictus che aveva avuto in cura Ellero, ndr) e gli elaborati peritali in sede civile e penale che erano di esclusiva competenza di Vicenza”. Il procuratore, secondo Ellero, avrebbe dovuto spogliarsi solo della parte riguardante i magistrati, non di quella relativa alla malasanità.

Ad accorgersi dell’anomalia era stata la Procura di Trento che aveva rispedito (1 novembre 2019) questo secondo filone a Vicenza. Secondo Ellero, spiega il gip, a quel punto il procuratore aggiunto Canova “non aveva provveduto all’iscrizione dei denunciati ed aveva dopo Natale trasmesso il fascicolo al sostituto Brunino, la quale, a sua volta, non aveva iscritto i denunciati”. Inoltre Ellero lamentava altre denunce “mai registrate presso la Procura di Vicenza” e se la prendeva con il pm Parolin e il gip Gerace per una denuncia del 2018 (archiviata) riguardante due medici di Verona, periti nel procedimento, “accusati apertamente di malafede e di errori voluti”. Un’ennesima denuncia (2017), infine, secondo lui non è stata approfondita per due anni e poi trasmessa a Trento, “senza che ve ne fosse ragione, palesemente in malafede”, visto che non riguardava reati di magistrati, bensì ipotesi di falso da parte del personale sanitario della Stroke Unit.

L’ultima denuncia è stata presentata nel 2020, sempre a Trento. È in questo procedimento che la Procura ha chiesto l’archiviazione delle posizioni dei sei magistrati, ma Ellero si è opposto, “evidenziando tra l’altro che soltanto adesso è intervenuto il nuovo Procuratore della Repubblica di Vicenza che ha ordinato di mettere sotto inchiesta per falso i due periti e ha tolto il processo per quella parte alla sostitutra Brunino”. Come si sono difesi i magistrati? Il procuratore aggiunto Canova ha ricostruito la gestione del fascicolo (senza indagati) fino all’assegnazione alla collega Brunino avvenuta il 13 novembre 2019 (e non a Natale). Il pm Brunino ha poi iscritto nel registro degli indagati alcune delle persone indicate da Ellero, ma lo ha fatto il 23 novembre 2020.

Il gip Miori, disponendo nuovi accetramenti, vuole fare chiarezza su tempi e modi della gestione dell’inchiesta da parte della Procura di Vicenza. In due punti. Innanzitutto ha ordinato ai pm di verificare se davvero la prima denuncia finì a Trento anche se non riguardava fatti contestabili a magistrati, bensì solo a personale medico, per cui avrebbe dovuto procedere Vicenza. Inoltre, vuole ricostruire cosa accadde alla denuncia del 2019, ovvero l’iter “del fascicolo in originale concernente le accuse avverso il personale sanitario ed i periti”, per verificare se l’iscrizione degli indagati sia stata tardiva.

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