Dovevano espropriare un terreno, ma hanno cercato di ottenere delle tangenti per gonfiarne il valore a beneficio dell’azienda di proprietà dell’editore Ciancio Sanfilippo cui l’avrebbero portato via. Con questa accusa la guardia di finanza ha arrestato il 16 ottobre due ufficiali dell’aviazione militare italiana, il tenente colonello Matteo Mazzamurro e il luogotenente Giuseppe Laera, in relazione alla procedura di nazionalizzazione dell’area adiacente alla base militare di Sigonella per un ampliamento finanziato dalla Nato. I due militari, in servizio al terzo reparto Genio di Bari, dovranno ora rispondere di istigazione alla corruzione.

Per gli inquirenti, tutto è iniziato nel 2020 quando Sater, società proprietaria del terreno da 100 ettari coinvolto nella procedura, ha fatto ricorso al Tar contro il decreto dell’Aeronautica militare ritenendo troppo basso il valore attribuito all’appezzamento. Da lì l’interessamento di Laera, che nel giro di un anno avrebbe bussato alle porte della ditta agricola proponendole un nuovo consulente disposto a farle ottenere una valutazione diversa.

Secondo le ricostruzioni, l’ufficiale, che insieme a Mazzamurro era deputato a seguire l’iter amministrativo, ha sollecitato Sater a versare in contanti una percentuale compresa tra l’1 e il 3% sul valore finale dell’operazione in cambio di una serie di benefici: non solo l’aumento dell’indennizzo per la perdita dell’appezzamento da 18 euro a un massimo di 35mila euro, ma anche un ampliamento della superficie da espropriare, con conseguente aumento dei guadagni e il riconoscimento dell’indennità di esproprio senza l’apertura di un contenzioso.

A denunciare i due alla procura distrettuale di Catania è stato, nell’aprile 2021, un collaboratore della stessa Sater, che avrebbe agito su input o comunque con il consenso dell’amministratore unico della ditta agricola, l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, poi costituitosi come parte lesa.

“Le indagini hanno consentito di accertare che i due pubblici ufficiali hanno, in più occasioni, richiesto al proprietario del terreno un illecito compenso, stabilito mediante un tariffario che prevedeva una percentuale in base all’aumento di valore dell’indennità di esproprio”, ha spiegato la procura. Che ha precisato: “Sater avrebbe quindi percepito una somma maggiore che sarebbe stata a carico dello Stato”.

L’inchiesta non è ancora conclusa e ci sono diversi indagati nel fascicolo della procura di Catania. Perquisizioni sono state eseguite nell’abitazione e negli uffici dei due arrestati ed è stato eseguito un decreto di esibizione della documentazione relativa all’esproprio alla Direzione dei lavori e del demanio del ministero della Difesa a Roma. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche la posizione di altri proprietari di terreni adiacenti alla base di Sigonella.

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