Prima aveva dichiarato di voler “abbassare i toni” e parlare solo dei problemi di Roma, poi aveva sottolineato che la Shoah è “il punto più basso toccato dalla storia”. E queste parole erano bastate alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, felice che “Enrico Michetti abbia chiarito la sua posizione e ribadito la sua totale lontananza da ogni forma di antisemitismo, la sua totale solidarietà ad Israele“. A un giorno dalle polemiche scoppiate per un suo vecchio articolo in cui si sottolineava la “maggior pena” nei confronti delle vittime dell’Olocausto solo perché “controllano banche e una lobby che decide i destini del pianeta”, il candidato del centrodestra alla poltrona di sindaco di Roma sceglie la strada delle scuse: “Nonostante abbia con fermezza condannato ogni forma di discriminazione razziale, anche in tempi non sospetti, ed in primis quella rappresentata dalla Shoah, mi rendo conto che in quell’articolo ho utilizzato con imperdonabile leggerezza dei termini che alimentano ancora oggi storici pregiudizi e ignobili luoghi comuni nei confronti del popolo ebraico – ha dichiarato – Per questo mi scuso sinceramente per aver ferito i sentimenti della Comunità Ebraica, che come tutti gli italiani apprezzo e ritengo parte perfettamente ed orgogliosamente integrata della città di Roma da sempre e nel Paese tutto”.

Le accuse di di antisemitismo erano piovute ieri su Michetti dopo la pubblicazione, da parte del Manifesto di un articolo pubblicato su Radio Radio, emittente di cui Michetti è da tempo opinionista: nel suo intervento, l’aspirante primo cittadino aveva infatti sostenuto che la Shoah viene commemorata più di altri massacri della storia, come le Foibe, perché gli ebrei “controllano banche e una lobby capace di decidere i destini del pianeta”. Parole “intollerabili” secondo il candidato escluso dal testa a testa, Carlo Calenda, che ha già annunciato nei giorni scorsi il suo sostegno a Roberto Gualtieri, mentre il deputato del Pd Emanuele Fiano, figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto dopo la deportazione ad Auschwitz, le considera frasi che “fanno parte del peggiore patrimonio dell’antisemitismo che ha insanguinato l’Europa”.

“Mi pare – aveva aggiunto Meloni da Madrid, dove è intervenuta alla convention di Vox – che abbia usato parole abbastanza chiare. Certo su questi temi le parole non sono mai troppe. Io credo valga la pena di insistere da parte di Michetti che conosco decisamente non per essere una persona antisemita”.

“Nessuna tutela per chi non è portatore di interessi per i buonisti”
Le parole di Michetti ripropongono una delle tesi più diffuse all’interno della galassia antisemita e neonazista, quella secondo la quale il potere economico e politico della cosiddetta “lobby ebraica” sarebbe alla base dell’attenzione riposta sulla tragedia della Shoah, a differenza di altri genocidi conosciuti della storia. Il candidato spiegava poi che non è suo intento minimizzare o contestare l’esistenza del fatto storico, ma a suo parere l’attenzione che gli viene dedicata è spropositata rispetto a quella riservata ad altri episodi bui della storia mondiale: “Ogni anno si girano e si finanziano 40 film sulla Shoah, viaggi della memoria, iniziative culturali di ogni genere nel ricordo di quell’orrenda persecuzione. E sin qui nulla quaestio, ci mancherebbe – scriveva il 19 febbraio 2020 – Ma mi chiedo perché la stessa pietà e la stessa considerazione non viene rivolta ai morti ammazzati nelle foibe, nei campi profughi, negli eccidi di massa che ancora insanguinano il pianeta? Forse perché non possedevano banche e non appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta”. E ha poi aggiunto che “se non sei portatore di un qualche interesse diretto o indiretto per il cinico buonista non sei meritevole di tutela”.

In un altro intervento del novembre 2019 lo stesso Michetti attaccava poi la commissione guidata da Liliana Segre contro razzismo e antisemitismo: “Per contrastare eventuali fenomeni di razzismo bastano i rimedi ordinari. La mia patria, uno dei luoghi più umani e accoglienti al mondo, non merita commissioni straordinarie che possano limitare la libertà di azione e di espressione del mio popolo”. E ancora, il 13 novembre 2019: “Siamo sicuri che coloro che si ergono a censori di presunti comportamenti razzisti da parte degli italiani, che pongono al centro della scena la sofferenza straziante subita dal popolo ebraico (effettivamente patita e nei confronti dei quali va tutto il mio rispetto) non siano altro che degli affabulatori fraudolenti, i quali attraverso una assurda colpevolizzazione del popolo italiano vorrebbero renderlo domo e prono”.

Fiano: “Parole patrimonio dell’antisemitismo”. Ucei: “Idea che sia sindaco fa tremare”
Sulla vicenda è intervenuto tra i primi Emanuele Fiano: “Non ho mai scritto nulla sul candidato della destra a Roma. Siamo in democrazia e ognuno vota chi vuole. Da quale parte stia il sottoscritto lo sanno anche i muri. Ma come si fanno ad accettare le frasi di Enrico Michetti? – ha scritto sul suo profilo Facebook – Frasi che fanno parte del peggiore patrimonio dell’antisemitismo che ha insanguinato l’Europa tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, accompagnando milioni e milioni di persone alle camere a gas e poi ai forni crematori“. E contesta anche nel merito le parole del candidato del centrodestra alla poltrona di sindaco di Roma: “I miei nonni gasati ad Auschwitz erano molto più poveri di lei Michetti, mio zio e mia zia idem, i miei prozii uguale. L’unica eredità che è rimasta a mio padre quando è tornato sono stati lo scrittoio di mio nonno e un paio di scarpe scamosciate di suo fratello”. E conclude rivolgendosi direttamente a Michetti: “Spero che ti vergognerai per il resto della tua vita di queste parole. Non ho pietà per adulti, acculturati, che nel 2020 dicano una frase del genere. Non accetterò scuse. Non meritate scuse. Sono le frasi che venivano utilizzate da Goebbels, da Mussolini, da Hitler, nel Mein Kampf, nei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Sono alla base dell’odio verso l’altro in ogni secolo, dell’accusa falsa di deicidio, dell’accusa agli untori, dell’accusa al diverso perché una qualche colpa ce l’avrà di sicuro”.

Anche Carlo Calenda, che nei giorni scorsi ha annunciato il proprio sostegno all’altro candidato in corsa, Roberto Gualtieri, si è scagliato contro le dichiarazioni di Michetti: “Questo ‘articolo’ di Enrico Michetti è molto più grave delle solite stupidaggini su Roma e del programma inesistente o copiato. Ripetere i luoghi comuni dell’antisemitismo non è tollerabile”, ha commentato su Twitter.

In serata è arrivata anche la reazione dei rappresentanti delle comunità ebraiche italiane. La presidente della comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, risponde direttamente a Michetti spiegandogli che “quando chiediamo di ricordare la Shoah non lo facciamo per noi ebrei, lo facciamo perché la Shoah è il paradigma del male e il male va combattuto senza ambiguità di nessuno tipo. Le parole di Michetti sono pericolose e nascondono un inquietante pregiudizio”. Mentre la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, è ancora più dura: “Il pensiero che le nostre istituzioni cittadine siano guidate da persone il cui pensiero è intriso di pregiudizi fa tremare. Cultura del dialogo ed educazione alla memoria di ciò che fu il fascismo siano punti cardine alla base anche delle scelte elettorali”.

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