Il 9 ottobre 1963, alle 22:39, una frana enorme si stacca dal Monte Toc e precipita nella diga del Vajont. L’opera, posta al confine tra il Friuli e il Veneto, viene progettata già dagli anni ’20 e costruita tra il 1957 e il 1960. Il 9 ottobre 260 milioni di metri cubi di roccia si riversano nel lago artificiale, riempito definitivamente solo sei mesi prima. Lo schianto solleva un’onda di 230 metri d’altezza e circa metà dell’acqua scavalca la diga, abbattendosi sulla sottostante valle del Piave. Sette paesi vengono distrutti: Longarone, Pirago, Mae’, Rivalta, Villanova, Fae’, Codissago, Castellavazzo. L’altra parte dell’onda risale la valle e colpisce i paesini friulani di Erto e Casso e una miriade di borghi. Il numero delle vittime è ancora incerto: la stima più attendibile parla di 1.910 morti, tra cui centinaia di bambini.

Articolo Precedente

Catanzaro, si fingeva cieca da oltre 20 anni ma faceva la spesa al mercato. I carabinieri le sequestrano oltre 200 mila euro

next
Articolo Successivo

Green pass, le Regioni chiedono modifiche sui luoghi di lavoro: “Si rischia il caos. I test siano validi più a lungo”. Salvini sulla stessa linea

next