Dopo soli nove mesi, è caduto di nuovo il governo di Bucarest. Martedì il Parlamento romeno ha sfiduciato con 281 voti – ben più dei 234 necessari – l’esecutivo europeista e di centrodestra di Florin Citu. A condannarlo la gestione discutibile dell’emergenza Covid-19. Ora il presidente Klaus Iohannis dovrà dare l’incarico a un nuovo primo ministro. In caso la nomina fosse rifiutata per più di due volte dalle Camere, secondo la costituzione, la Romania dovrà indire elezioni anticipate.

Citu, 49 anni, aveva assunto la guida del paese, dopo il flop alle ultime elezioni – del 6 dicembre 2020 – e le dimissioni di Ludovic Orban. A sostenerlo una coalizione di forze europeiste, che comprendeva il suo Partitito nazionale liberale, l’Usr Plus (Uniunea Salvați România) e l’Udmr, il partito che rappresenta le persone di etnia ungherese. L’aumento dei contagi – con un picco di circa 15mila in un giorno su 19 milioni di abitanti – e la lentezza della campagna vaccinale hanno però creato tensioni all’interno della maggioranza. Il segnale più evidente era stata, 35 giorni fa, la rimozione del ministro della Giustizia Stelian Ion di Usr Plus per non avere firmato un programma di sviluppo regionale. Da molti l’azione è stata infatti considerata una rappresaglia “ingiuriosa” nei confronti del dissenso interno, che ha infatti spinto la forza di centrodestra a ritirare il suo sostegno all’esecutivo. La mozione di sfiducia è stata presentata però dai socialdemocratici (Psd-Partidul Social Democrat) e da Aur (Alianța pentru Unirea Românilor), di estrema destra, entrambi all’opposizione. Anche se i voti dell’Usr e l’astensione dei partiti di maggioranza sono stati fondamentali.

“Il governo non è un gioco da ragazzi – ha affermato Citu durante il dibattito in Parlamento, attaccando poi il “bipolarismo” degli ex alleati liberali – l’Usr vota una sfiducia che afferma che i suoi stessi ministri sono incompetenti“. “Non hanno preparato la Romania alla quarta ondata della pandemia e poi lasciano il ministero della Salute senza ministro nel bel mezzo di una crisi sanitari. È un atto di irresponsabilità e di un attacco alla salute pubblica”, ha poi aggiunto.

La nuova crisi di governo – l’ennesima in un Paese tradizionalmente instabile – apre diversi scenari: Citu potrebbe continuare a guidare la Romania per i prossimi 45 giorni, mentre il presidente Iohannis inizierà le consultazioni dei parlamentari sulla nomina di un nuovo primo ministro. Se i candidati fossero rifiutati dalle camere per due volte, il capo di stato dovrebbe designare un premier ad interim, in attesa di indire nuove elezioni. L’Usr Plus ha espresso la volontà di ripristinare la coalizione, ma con un leader diverso. La sfiducia – secondo la dichiarazione ad Associated Press di Claudiu Tufis, professore associato di Scienze politiche all’università di Bucarest – potrebbe portare allo stesso modo anche a un governo liberale con il sostegno dei socialdemocratici “in Parlamento ma non nel gabinetto”.

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