Nuova fiammata del petrolio che a New York supera i 78 dollari al barile toccando il massimo dal 2014. Il rialzo è al momento dell’2,9%. In rialzo anche il brent (petrolio estratto nel mare del Nord che fa da riferimento per le transazioni europee) che si avvicina agli 82 dollari/barile. Nell’ultimo anno il prezzo del greggio è più che raddoppiato. I rialzi proseguono nonostante paesi Opec e Russia abbiano concordato un incremento della produzione di 400mila barili giorno per novembre (su un consumo globale di circa 90 milioni di barili/giorno, ndr). I mercati scommettevano su un’ accelerazione del piano di aumento dell’offerta di petrolio che, invece non c’è stata. La tensione sulle fonti energetiche spinge ancora al rialzo le quotazioni del gas, in salita del 3,3%. A cascata continuano i ritocchi dei prezzi alla pompa di benzina, gasolio e Gpl.

Oggi il gasdotto tedesco-russo Nord Stream 2 del Mar Baltico (raddoppio di una condotta già esistente) ha iniziato l’operazione di riempimento con il gas. Nei giorni scorsi Mosca era stata accusata di rallentare le operazioni per spingere ulteriormente al rialzo le quotazioni. La fase di riempimento precede il trasporto effettivo del gas, secondo alcuni esperti rendono noto che la fase attiva del trasporto del gas potrebbe iniziare entro ottobre. In ogni caso il colosso russo Gazprom ha reso noto di voler pompare dentro Nord Stream 2 circa 5,6 miliardi di metri cubi entro la fine dell’anno.

Il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, ha detto oggi che la proposta operativa della Commissione Ue arriverà “a ottobre” e che “l’importante è assicurare coordinamento tra i diversi Paesi, rispondere ai problemi posti soprattutto per le famiglie più vulnerabili e le Pmi, e farlo con misure mirate e temporanee e non che possano contraddire la strada verso la tradizione climatica”. “Dovremmo spiegare a tutti i nostri cittadini che l’aumento dei prezzi dell’energia sarà a lungo termine a causa della transizione ambientale”, ha affermato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, arrivando all’Eurogruppo a Lussemburgo. “Per alcuni anni, e non per mesi, dovremo affrontare un aumento del livello dei prezzi perché c’è bisogno di più energia elettrica, c’è un legame tra i prezzi di elettricità e gas, e c’è anche la necessità investire di più nelle rinnovabili e magari negli impianti nucleari“, ha spiegato, auspicando una revisione del mercato energetico Ue.

“E’ importante che riconosciamo il ruolo del nucleare come energia a basse emissioni di carbonio nel mix energetico complessivo e nel nostro sforzo di decarbonizzazione”. Così il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, rispondendo ai giornalisti a margine dell’Eurogruppo a Lussemburgo.

Di fronte all’emergenza Spagna, Polonia e Grecia hanno proposto di istituire una piattaforma unica Ue per i contratti del gas naturale oltre a vendite straordinarie di quote di emissioni per creare un fondo di copertura europeo contro il caro bollette e mano libera agli interventi degli Stati. La proposta più articolata è quella di Madrid che, oltre ai contratti unificati, chiede anche la riforma del mercato Ue dell’elettricità e misure per impedire le speculazioni. La Commissione dovrebbe pubblicare la sua comunicazione sugli strumenti con cui fare fronte all’impennata dei prezzi dell’energia il 13 ottobre prossimo in modo da dare il tempo ai leader europei di studiare le carte e discutere del tema al prossimo vertice del 21 e 22 ottobre.

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