La campagna elettorale del 2012 ha goduto di finanziamenti illegali. Così, l’ex presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, è stato condannato a un anno di carcere senza condizionale per il caso delle fatture false che lo ha coinvolto e che è stato ribattezzato Bygmalion. Sarkozy, che all’epoca si ricandidava per il secondo mandato all’Eliseo per i Repubblicani, poi battuto dal socialista François Hollande, non era oggi presente in aula alla lettura del verdetto. Il tribunale ha precisato che “la pena sarà applicata ed eseguita in base al regime della sorveglianza elettronica”: l’ex presidente dovrà quindi indossare il braccialetto elettronico.

Secondo i togati, l’ex capo di Stato ha speso almeno il doppio della somma massima legale di 22,5 milioni di euro per la campagna, anche se “sapeva” che era in gioco il limite legale e “volontariamente” non controllò le spese aggiuntive. Sarkozy, da parte sua, ha negato con forza ogni accusa e potrà ricorrere contro il verdetto. Caroline Viguier, la presidente del tribunale, ha definito i fatti addebitati “di una gravità senza precedenti”, sottolineando che Sarkozy, insieme ad altri dei 14 imputati, ha “proseguito l’organizzazione di comizi, consentito nuove prestazioni, disposto spese e volontariamente omesso, in qualità di candidato, di esercitare un controllo sulle uscite”.

Si tratta della seconda condanna a colpire l’ex presidente francese che nel marzo scorso è stato giudicato colpevole, con una pena di tre anni di carcere, per corruzione col magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, e traffico d’influenze. In quell’occasione, Sarkozy era stato condannato per aver tentato di ottenere illegalmente informazioni da un magistrato nel 2014, a proposito di un procedimento legale in cui era coinvolto nel quadro del caso Bettencourt – nel quale ha ottenuto un non luogo a procedere nel 2013 – in cambio della promessa di intervenire a favore del magistrato stesso perché ottenesse un incarico di prestigio a Monaco. Il caso derivava da un’altra inchiesta relativa a un possibile finanziamento libico della campagna presidenziale di Sarkozy nel 2007. Nel corso delle indagini i giudici hanno scoperto che l’ex presidente utilizzava una linea telefonica segreta, a nome di ‘Paul Bismuth’, per comunicare con il suo legale, Thierry Herzog.

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