“Manifestare è sempre lecito ed è un diritto di tutti, ma la motivazione delle contestazioni contro il green pass la comprendo un po’ meno. Vorrei spiegare a queste persone che il green pass, per come è stato organizzato sia nella parte della vaccinazione, sia nella parte diagnostica coi tamponi, in realtà è uno strumento di libertà“. Così, ai microfoni di “24 Mattino” (Radio24) il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri commenta le proteste di piazza contro il certificato verde, aggiungendo: “È proprio grazie al green pass che oggi l’Italia sta andando meglio di tanti altri Paesi occidentali, che fino a qualche mese fa vedevamo come miraggio in termini di percentuali di vaccinazioni e di andamento del contagio. Oggi l’Italia è esempio nel mondo, perché grazie al green pass tiene i contagi a un livello estremamente basso“.

E puntualizza: “Il green pass non è un passaporto che durerà 10 anni. È ovviamente un pass temporaneo la cui fine dipenderà non solo dal numero di vaccinati, ma anche dalla circolazione del virus. Quindi, il green pass vedrà una fine quando ci sarà una circolazione minimale del virus, cioè quando finirà la fase pandemica del virus stesso. Naturalmente non so dare una data precisa, perché tutto dipende anche dai Paesi intorno all’Italia e dalla presenza di eventuali varianti. Io credo comunque che il 2022 sarà davvero l’anno completo della svolta. La notte è già finita, siamo già all’alba. Anzi, siamo con un sole che è già sorto abbondantemente. I numeri ce lo dicono. Secondo me, passerà tutto il 2021 e una parte del 2022 per aggiustare il tiro”.

Circa l’eliminazione della quarantena per i vaccinati, il sottosegretario spiega: “Ci arriveremo, sarebbe auspicabile e di buon senso, ma la toglieremo passando per una ulteriore riduzione. Questo è un momento di transizione, cioè le cose stanno andando molto bene ma stiamo attenti anche ad altre varianti. Quindi, osserviamo cosa capiterà nelle prossime settimane come contagi dopo la riapertura delle scuole, dopodiché potremo liberare i vaccinati dalle quarantene. Non viene fatto subito, perché esiste sempre il rischio delle varianti. In più – conclude – la vaccinazione sta andando molto bene in Italia, ma non è così in tutto il mondo. Dovremo raggiungere un livello di vaccinazione globale più alto, proprio per metterci al riparo da possibili varianti. E allora, a quel punto, è chiaro che anche le quarantene per i vaccinati dovranno prima essere ridotte da subito e in una fase successiva saranno eliminate. Analogamente, nel tempo anche il distanziamento e la mascherina dovranno essere abbandonate. Farlo oggi è prematuro, ma è auspicabile farlo in tempi brevi compatibilmente con la circolazione del virus”.

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