“Noi molti di questi medici proviamo anche a radiarli, ma loro fanno ricorso e la sanzione si sospende, non diventa mai effettiva“. Così, in un’intervista all’Huffington Post, il presidente dell’Ordine nazionale dei medici Filippo Anelli racconta il paradosso dei camici no vax. Che una volta ricevuta la sanzione disciplinare la impugnano di fronte alla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, un organo di giurisdizione speciale istituito presso il ministero della Salute, i cui componenti vengono nominati con decreto del presidente del Consiglio dei ministri. La Commissione, però, “è scaduta nel 2020” e da allora mai più rinnovata: così i ricorsi restano sospesi in un limbo a tempo indefinito. “Abbiamo provato a far pressioni su questo interpellando sia il ministro della Salute Speranza che quello della Giustizia Cartabia“, ma senza successo, spiega Anelli.

La percentuale dei dottori italiani non ancora vaccinati, ha comunicato oggi la Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici) è dell’0,3%, circa 1.500 professionisti. “Ma non sono tutti dei no vax, attenzione. Almeno un 30% di questi si è già prenotato per ricevere la vaccinazione. La quota di no vax duri e puri esiste ma è residua, parliamo di circa lo 0,1-0,2%. E l’assurdo è che non riusciamo a radiarli, neanche quelli che fanno propaganda contro i vaccini”, lamenta il presidente. Al momento sono 728 i medici sospesi dagli albi di 55 ordini, per non aver voluto immunizzarsi: in tutto i provvedimenti di sospensione sono stati 936, di cui 208 sono poi revocate perché i medici hanno comunicato l’avvenuta vaccinazione.

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