Una decina di sindaci dell’area metropolitana, al confine con la discarica di Roncigliano nel Comune di Albano Laziale, chiederanno al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e alla sindaca di Città metropolitana di Roma, Virginia Raggi, di “avviare l’iter di caratterizzazione idrogeologica e il completamento della bonifica della discarica”. La lettera sarà recapitata sul tavolo delle due massime autorità locali nel pomeriggio di domani, mercoledì 25 agosto, e fa leva su due esposti presentati alla procura in cui si chiede ai magistrati di avviare un’indagine ambientale sul suolo e sulle falde acquifere sottostanti per accertare le responsabilità su eventuali danni sia ambientali, sia alla salute dei residenti della zona.

IL CASO – Com’era prevedibile lo scontro sulla discarica di Roncigliano è finito in tribunale. Dopo il ricorso al Tar, presentato dal sindaco di Albano Laziale (e su cui è fissata una prima udienza per il 6 e il 7 settembre), ora ci sono anche due esposti in procura. A luglio scorso, in risposta alle pressioni della Regione Lazio che minacciava il commissariamento della Capitale, Raggi con ordinanza urgente, da sindaca della Città metropolitana, ha imposto la riapertura del sito di Roncigliano, chiuso dal 2016 a causa di un incendio al Tmb. Immediate si sono levate le proteste dei sindaci dei Castelli romani: la paura dei residenti, che da settimane sono in presidio permanente davanti alla discarica, è quella di un danno sia ambientale sia alla salute, con alcuni nuclei abitativi a circa 250 metri dall’invaso che si estende su una superficie di 20 mila metri quadri.

GLI ESPOSTI – Il primo a presentare un esposto è stato Massimiliano Borelli, sindaco dem di Albano. Lo ha seguito in queste ore il primo cittadino di Ardea, Mario Savarese del M5s. Dopo settimane di tentativi di dialogo con la sindaca Raggi, Savarese spiega: “L’esposto non è contro la persona della sindaca Raggi ma chiediamo alla magistratura di indagare su eventuali danni provocati o provocabili dalla decisione presa di riaprire la discarica. Finora nessuno si è preoccupato di capire che danni genera la discarica, sia a livello ambientale che in termini di salute per la popolazione”. Nel territorio di Ardea ci sono circa 5mila persone che vivono in quattro nuclei, Villaggio Ardeatino, Valle Caia, Montagnano e Montagnello, “e che non sono alla distanza di mille metri dall’invaso prevista dalle norme di sicurezza, alcune abitazioni si trovano a soli 270 metri dalla discarica. Ho provato ad avere un dialogo con Raggi ma senza successo”, conclude Savarese. E un altro sindaco del M5s, Michel Barbet di Guidonia, si è unito alle proteste e ha portato la sua solidarietà al presidio permanente ad Albano Laziale: “Anche noi siamo contrari a qualsiasi ipotesi di riapertura della discarica o di utilizzo del Tmb”, ha detto, riferendosi al suo territorio, pure questo chiamato in causa durante il picco dell’emergenza. “Bisogna puntare invece alla bonifica e alla rinascita del sito presente nel nostro bellissimo parco. È necessario che i sindaci facciano rete”, ha aggiunto.

LA LETTERA – I sindaci dei Castelli romani, così, in attesa degli sviluppi giudiziari, hanno fatto rete e hanno deciso di scrivere a Zingaretti e Raggi. “Stiamo per mandare una lettera al governatore del Lazio e alla sindaca Raggi – spiega il primo cittadino di Albano Laziale – per chiedergli di avviare l’iter di caratterizzazione idrogeologica e completare la bonifica della discarica, queste due azioni – conclude Borelli – permetterebbero di mettere in luce anche i livelli degli inquinanti, tanto nella falda acquifera quanto nel terreno”. La lettera che dovrebbe essere sottoscritta almeno da una decina di sindaci dei Castelli romani sarà trasmessa mercoledì 25 agosto. Intanto dal Campidoglio l’assessora ai Rifiuti, Katia Ziantoni, precisa che “la scelta di Albano è stata una decisione sofferta, presa di fronte alla grave carenza di discariche nel Lazio e di fronte all’inerzia della Regione. A breve, quando Civitavecchia chiuderà resterà attiva solo la discarica di Viterbo in tutta la Regione Lazio. Noi comprendiamo le posizioni dei sindaci – sottolinea l’assessora –, ma ricordiamo anche che l’opzione Albano emerse nel corso dei tavoli tecnici convocati presso il Ministero della Transizione ecologica come soluzione temporanea, nelle more della realizzazione di nuovi impianti. Come sindaca della Città Metropolitana, Raggi si è assunta una responsabilità mentre la Regione Lazio è rimasta a guardare”.

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