Chissà se Mike Jagger ha afferrato il fascino della “isolanità”, quella particolare condizione di spirito, un misto di antica serenità e saggezza del contadino di terre isolate. Già perché i siciliani prima di essere pescatori erano coltivatori e per difendersi dalle invasioni dei saraceni si erano arroccati a Modica, Noto, Scicli entrate a far parte delle Sette Meraviglie del barocco della Val di Noto e del Patrimonio dell’Unesco. O se la super rockstar fosse stato attratto dalla Grande Bellezza di distese di ulivi, muretti a secco, sculture di fichi d’india e carrubi dalla chioma avvolgente. Da Nord a Sud l’Italia non l’avrà visitata tutta ma ha deciso di farsi stanziale in Sicilia. E davanti a una vecchia casa colonica a Porto Palo ha esclamato: “Questa la voglio”.

Non più trulli e masserie nel Salento, nuraghi in terra sarda, case del faro e torri saracene in costiera sorrentina adesso l’ultimo trend sono i damusi grottati aggrappolati come un presepe nel centro storico di Modica, terra di barocco e cioccolato e a Ibla, il cuore antico di Ragusa.
Provviste di mangiatoia, i contadini ci vivevano con buoi e asinelli per riscaldarsi. Poi sono arrivate le più confortevoli case condominiali ( anche se figliastre della speculazione edilizia) e le grotte degli Iblei scavate nel ventre della pietra sono rimaste abbandonate per un secolo. Fino a quando qualche designer e imprenditori come Nicola Amenta e Ettore Berretta con l’occhio lungo hanno avuto la lungimirante visione. I prezzi sono davvero invitanti per cavità scavate nel tufo e la mangiatoia diventa una mini-pool e la stalla con il soffitto a botte si trasforma in un’installazione di charme. Da Milano sono arrivate anche Laura Russo e Francesca Mandelli d’Agostini, architette e influncer nel mondo del design, e all’interno di un Dammuso, hanno allestito il loro spazio M-Lab30 Gallery. Qui si progetta oggetti d’arte ricercati (basta dire vintage) per “vestire” la casa e chi ci abita. Spazio in gemellaggio, ca va sans dire, in Porta Venezia, altra zona cool di Milano.

E così a Modica e dintorni si respira aria di Ri-Rinascimento. Perché questo fosse possibile ci voleva anche un sindaco fattivo e “illuminato” come Ignazio Abbate, al secondo mandato che sta per scadere. Se ce ne fosse un terzo sarebbe eletto a furor di popolo, dicono i modicani. Ignazio in binomio con l’Assessora alla Cultura Maria Monisteri progettano alla grande. E grazie a loro e sopratutto alla caparbietà dei “classicisti” Antonella e Michele Blandino che vogliono “riconquistare l’eredità dei padri” come diceva Goethe, se ritornerà l’infiorata di Vico Macauda, una mini versione di quella di Noto, più mediatamente nota ( consentitemi il gioco di parole)

Si cambia set naturale: Pachino (famosa i suoi pomodorini a ciliegina) Amenta da un vecchio rudere con pollaio ha ricavato una maisonette stile caraibico sulla spiaggia di Granelli, fatta proprio di granelli di sabbia bianca finissima. Pochi metri in là il designer di tendenza Andrea Perra prende un pezzo di spiaggia nel contesto di una Riserva Naturale fra cespugli di lentisco, Hibiscus e pantani, habitat naturale dei fenicotteri rosa, e ci fa una struttura eco-friendly, La Reserva Club, tutta azzurra e bianca. Nell’ oasi di relax si fanno mini tour in bicicletta e a cavallo al tramonto fra dune e spiaggia. Ispirato agli odori del luogo sta per lanciare il suo profumo “Acqua di Scicli”, ad alto tasso deduttivo per chi l’annusa.
La prima ad avere capito che la Sicilia è un invito alla Grande Bellezza è stata la stilista milanese Luisa Beccaria. Ha incominciato 35 anni fa e Casteluccio, il borgo settecentesco di famiglia, da lei magistralmente restaurato, ha fatto da cassa di risonanza a livello internazionale.. Qui sono di casa Vittorio Sgarbi e il duca di Kent. Produce mandorle e olio e il suo home style (di cui fa parte anche il risto/chic LuBar di via Palestro a Milano) è stato magnificato da paginate sul New York Times e su Vogue America.

La stanno chiedendo in tutto il mondo “Oreste, Secondo Atto”, la mostra multimediale promossa dalla Fondazione Inda a Palazzo Greco di Ortigia a cura della francesista e scrittrice Marina Valensise. 100 anni fa Il Teatro greco riapriva dopo l’interruzione di sette anni della Grande Guerra e dell’epidemia di febbre spagnola. Adesso si ritorna in scena nel mezzo di un’altra pandemia con la più classica trilogia: Le Baccanti, Le Coefore e la commedia Nuvole di Aristofane fino al 21 agosto. Perché Bellezza e Cultura sono il primo vaccino di cui abbiamo bisogno.
Buon e fresco pre-ferragosto.

Fb pagina ufficiale Januaria Piromallo

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