Mentre il Lazio lavora per ripristinare la funzionalità delle piattaforme oggetto dell’attacco hacker partito domenica, i cittadini più fragili subiscono le conseguenze. Su Twitter l’account Sirio e i tetrabondi, gestito dalla mamma di un bimbo di otto anni che ha una tetraparesi spastica e una paralisi cerebrale, ha segnalato ieri l’impossibilità di ritirare la periodica fornitura di alimenti, sonde e siringhe indispensabili per la sua quotidianità. “Grazie ai grandissimi geni che hanno fatto l’attacco hacker”, si legge, “oggi mio padre è andato a prendere tutta la fornitura di alimenti, sonde e siringhe e non si è riusciti a concludere nulla. Una giornata buttata: persone con disabilità e caregiver ringraziano!”.

Oggi un altro tweet della mamma di Sirio, Valentina Perniciaro, torna sull’argomento: “Attaccare determinati server vuol dire bloccare la quotidianità dei più fragili, di chi dipende da forniture ed assistenza! Quella stessa quotidianità che tentano già di tagliarci in tutti i modi. Ma i “pirati” non dovevano sta dalla parte degli ultimi?”. Ma, intervistata dal Corriere, Perniciaro precisa che “fare un po’ di fila è l’ultimo dei nostri problemi se confrontato con il fatto che in Italia i disabili non possono decidere nemmeno come nutrirsi. Da quando ho deciso di integrare la dieta di mio figlio con cibi freschi, come frullati o omogenizzati, ci hanno comunicato che taglieranno del 50% gli alimenti“.

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