Il mondo del precariato è in subbuglio. A far arrabbiare i docenti che hanno contratti che scadono ogni anno è la decisione del ministero dell’Istruzione di concentrare in un’unica procedura le nomine per le supplenze annuali e quelle finalizzate al futuro ruolo attraverso un processo digitale.

Un salto nel buio per i maestri e i professori che si troveranno tra il 2 e il 12 agosto a dover scegliere il loro futuro professionale senza certezze: le graduatorie provinciali per le supplenze per l’anno scolastico 2021/22, infatti, non sono state ancora pubblicate e non si ha ancora notizia degli elenchi aggiuntivi. Non solo. I precari non sapranno le disponibilità dei posti e delle sedi e saranno costretti a presentare online le domande alla cieca.

Una scelta, quella della digitalizzazione, fatta per velocizzare le procedure e assicurare in ogni caso i docenti in cattedra al primo settembre come annunciato dal ministro Patrizio Bianchi. Ma se per il professore ferrarese “Parigi val bene una messa” non è così per le organizzazioni sindacali che hanno immediatamente alzato gli scudi e son pronte alla guerra. Con loro gli insegnanti che in queste ore attraverso i social e non solo stanno manifestando tutto il loro disagio per una novità inattesa arrivata in corso d’opera.

Ad alzare la voce è Manuela Pascarella della segreteria nazionale della Flc Cgil: “Abbiamo avuto modo di visualizzare in anteprima le istanze e abbiamo capito che l’amministrazione vorrebbe far presentare le domande ai docenti coinvolti prima che siano pubblicate le disponibilità, sia quelle utili alle assunzioni straordinarie da Gps, che quelle relative agli incarichi di supplenza annuali e al 30 giugno”.

La Cgil ha da subito denunciato le forti criticità di questa decisione: “L’informativa sulla circolare annuale sulle supplenze, che definisce le regole di attribuzione dei contratti a tempo determinato, deve precedere l’apertura delle istanze da parte dei lavoratori, che devono conoscere le regole sottese alle supplenze prima di operare le scelte. Le disponibilità dei posti e delle sedi devono essere rese note prima che i candidati procedano alla compilazione delle istanze, in modo da operare delle scelte ponderate sulla base delle disponibilità. Non solo. Le Gps devono essere pubblicate prima che le operazioni di nomina abbiano inizio, in quanto ogni docente ha diritto a conoscere la propria posizione nella o nelle graduatorie in cui è inserito per poter operare scelte congruenti nelle istanze finalizzate alle nomine”.

Pascarella ha chiesto al capo dipartimento del ministero un intervento urgente affinché l’informatizzazione delle procedure vada di pari passo con una più efficace realizzazione di processi trasparenti e condivisi.

Durissimo anche Marcello Pacifico dell’Anief: “Il nostro sindacato non può accettare che la fretta possa ledere i diritti dei lavoratori al punto da far rischiare loro o di perdere l’occasione dell’agognata immissione in ruolo o addirittura di non ottenere neanche un incarico annuale. Per questo motivo la nostra delegata ha chiesto una netta separazione della presentazione delle due domande, un tempo congruo e modalità certe di pubblicizzazione delle procedure, eliminazione di qualunque limite nelle opzioni di scelta e la pubblicazione delle disponibilità utili alle due procedure per permettere ai candidati di compiere una scelta consapevole”.

A unirsi al coro della protesta è anche la Uil Scuola che precisa come “la simultaneità di presentazione delle domande rischia di creare confusione con un elevato numero di errori che inevitabilmente comprometteranno il futuro lavorativo delle persone”.

Intanto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda Scuola guarda a questa operazione con preoccupazione: “Oltre a comportare un ingolfamento degli uffici scolastici provinciali già allo stremo a causa della carenza di personale, in molti casi parliamo di posti su province molto ampie e dover esprimere una preferenza senza cognizione di causa espone al rischio di assumere un incarico a molti chilometri da casa per poi scoprire soltanto successivamente che lo stesso posto, grazie al punteggio in graduatoria, era disponibile a poca distanza”.

Dalla Sicilia arriva la protesta più incisiva. In molti precari si dicono pronti a fare ricorsi intanto Mari Albanese, responsabile precari specializzati su sostegno della Flc Cgil di Palermo si augura di poter bloccare questa iniziativa che definisce senza giri di parole “una follia”.

La maestra Albanese, da dieci anni precaria, tornata in Sicilia dopo un’esperienza a Pisa per amore della propria terra, spiega: “Cambia Governo ma continua la demonizzazione del precariato. Questa decisione mette in subbuglio miglia di vite. In questo modo non viene garantita la continuità didattica, ci viene chiesto di scegliere sedi arbitrariamente; ci troveremo scuole dove i posti andranno in assegnazione provvisoria. Chi ha potuto pensare mai una cosa del genere in viale Trastevere? Ci trattano come carne da macello: qualcuno rischierà di perdere il posto. Non si risolve così l’annoso problema del precariato, soprattutto in Sicilia”.

La rappresentante della Cgil fa un passaggio politico importante: “Al Nord succederà che colleghi con pochi punti prenderanno il ruolo rispetto a chi come noi ne ha parecchi ma dovrà aspettare ancora. Non si possono non considerare queste dicotomie. Il Meridione va guardato con altri occhi”.

A disperarsi è anche Giovanna D’Agostino, 38 anni e sei anni precaria con tre concorsi vinti, un Tfa fatto e un corso universitario in corso: “Non avremo contezza dei posti reali. Avremo la possibilità di inserire cento istituti scolatici. Ma come? Magari sceglierò delle scuole che non hanno posti”.

Giovanna che è presidente dell’associazione “Insieme per il sostegno” insiste: “Nessuno ci ha spiegato come dovremo eseguire questa procedura. Si rende conto? Siamo di fronte ad un grande punto interrogativo e ad una mancanza di trasparenza che avevamo conquistato negli ultimi anni”.

Per il pianeta precari la nuova modalità messa in campo da Bianchi è arrivata come un fulmine a ciel sereno in un momento già difficile di per sé. Lo sa bene Francesca Roccuzzo: “C’è solo confusione e tanta amarezza da parte di noi docenti non di ruolo meridionali. Questa procedura pensata per l’anno scolastico 21/22 ha come canale di reclutamento le Gps istituite per le supplenze e non per il ruolo. Questa sovrapposizione crea solo problemi e molti colleghi son pronti a ricorrere alle vie legali”.

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