Nel giorno dell’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sulla violenza di genere, le attiviste di Non una di Meno sono tornate in piazza a Milano vicino al consolato turco per protestare contro il governo Erdogan. “È uno strumento in meno nella lotta alla violenza sulle donne – spiega la portavoce della comunità curda milanese Hazal Koyuncuer – specialmente nel nostro Paese dove ogni giorno muore almeno una donna a causa della violenza di genere”.

Le attiviste chiedono all’Italia e all’Europa di condannare la mossa della Turchia: “A parole sono consapevoli che Erdogan sia un dittatore, ma nessuno interrompe i rapporti commerciali perché gli interessi sono maggiori delle vite degli esseri umani”. Ma c’è anche la preoccupazione che altri paesi seguano l’esempio della Turchia uscendo dalla Convenzione come spiega Sonia, un’attivista polacca che fa parte di Non Una di Meno. E l’Italia? Dopo aver ratificato la Convenzione nel 2013, dunque “ha le leggi e di facciata è a posto” racconta Silvia, di Non Una di Meno Milano “ma è risultata carente” sull’attuazione dei quattro punti fondamentali della Convenzione. “La prevenzione, le politiche integrate per la rimozione delle diseguaglianze di genere che sono la radice della violenza sulle donne in società, il procedimento contro i colpevoli e la protezione delle vittime con il finanziamento dei centri antiviolenza”.

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