Mps, lasciare o raddoppiare? La seconda che hai detto. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia Bloomberg, il governo Draghi non ha rinunciato ad aumentare la dote da consegnare al volenteroso banchiere che si deciderà a “comprare” la banca senese. L’aumento dell’incentivo in forma di crediti di imposta era prima comparso, e poi scomparso dal Decreto Sostegno bis, passando per qualche giorno da 2 a 3 miliardi di euro. Se si considerano però tutte le agevolazioni e il “pacco dono” allegato a Mps che riceverebbe il potenziale acquirente vale al momento circa 6 miliardi di euro.

Il Tesoro, proprietario del 64% di Mps, non avrebbe infatti rinunciato all’idea di cedere la banca ad Unicredit. Un’operazione di cui si discute da anni e su cui ha “inciampato” l’ex amministratore delegato di Unicredit Pierre Mustier, sostituito da qualche mese da Andrea Orcel.

Ora il governo starebbe cercando di convincere la banca ad accollarsi non tutta Mps, ma almeno qualche suo asset e l’unico modo pare essere quello di rendere finanziariamente più attraente l’operazione. E così fonti sentite dall’agenzia di stampa sottolineano che il Mef starebbe pensando di offrire ulteriori agevolazioni fiscali a Unicredit, oltre a fornire altri espedienti necessari per allontanare lo spettro dei rischi legali. Ma c’è di più. Il governo sarebbe disposto a fare “il lavoro sporco” per andare incontro ai desiderata di Orcel. Procedere quindi allo spezzatino, scomporre Monte dei Paschi in diversi asset da vendere a eventuali potenziali acquirenti per spogliare la banca di tutti quei business che il numero uno di Unicredit vedrebbe inutili. La speranza che Orcel si prenda tutto quel 64% nelle mani del Tesoro è ridotta al lumicino ma non spenta.

Dopo una infinita danza di corteggiamento un’accelerazione potrebbe arrivare a luglio, quando si conosceranno i risultati degli stress test condotti sulle banche europee dalla Banca centrale europea e dall’Eba, l’autorità di vigilanza sulle banche europea. Qualcosa deve essere fatto, e in fretta, visto che nelle ultime settimane è arrivata anche una missiva della Bce che solleva questioni sul modo in cui Mps intenda ripianare il “buco” da 2,5 miliardi di euro. Il quotidiano La Stampa ha riportato oggi come il Tesoro starebbe pensando a una nuova figura, un nuovo amministratore delegato che prenda il posto dell’attuale, Guido Bastianini.

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