Sars nel 2002, Mers-Cov nel 2012, e poi Sars Cov 2 nel 2019. Ma un’altra grande epidemia di coronavirus ha colpito l’Asia orientale già più di 20mila anni fa. E le tracce sarebbero ancora evidenti nel corredo genetico delle persone che vivono in quell’area. È quanto ha scoperto un team internazionale di scienziati co-guidati dall’Università di Adelaide e dall’Università dell’Arizona, che ha indagato, in uno studio pubblicato su Current Biology, proprio nelle pieghe del genoma. Gli autori – come riporta l’Adnkronos Salute – hanno analizzato i genomi di oltre 2.500 esseri umani moderni provenienti da 26 popolazioni di tutto il mondo, per capire meglio come ci siamo adattati agli storici focolai di coronavirus. Fra gli esperti che hanno lavorato alla sfida, anche specialisti della Queensland University of Technology (Qut) e dell’Università della California San Francisco. Negli ultimi 20 anni, ci sono stati tre epidemie gravi di coronavirus: la Sars, che ha avuto origine in Cina nel 2002 e ha ucciso più di 800 persone; la Mers che ha ucciso più di 850 persone, e Sars-CoV-2 che con la malattia Covid-19 ha ucciso finora quasi 3,9 milioni di persone contagiandone 180 milioni.

Ma questo studio sull’evoluzione del genoma umano ha rivelato un’altra grande epidemia di coronavirus scoppiata migliaia di anni prima. “Il moderno genoma umano contiene informazioni evolutive che risalgono a decine di migliaia di anni fa. È come studiare gli anelli di un albero”, spiega Kirill Alexandrov della Csiro-Qut Synthetic Biology Alliance, fra gli autori del lavoro. I ricercatori hanno utilizzato i dati del 1000 Genomes Project, il più grande catalogo pubblico di variazioni genetiche umane comuni, e hanno esaminato i cambiamenti nei geni umani che codificano per le proteine&interagenti Sars-CoV-2.

“Gli scienziati computazionali del team hanno applicato l’analisi evolutiva al set di dati genomici umani per scoprire le prove del fatto che gli antenati delle persone dell’Asia orientale hanno sperimentato un’epidemia di una malattia indotta da coronavirus simile a Covid-19”, afferma Alexandrov. L’area in questione ora copre Cina, Giappone, Mongolia, Corea del Nord, Corea del Sud e Taiwan. “Nel corso dell’epidemia, la selezione ha favorito le varianti dei geni umani con cambiamenti adattativi che presumibilmente hanno portato a una malattia meno grave”, illustra Alexandrov. Perché è importante ricostruire questo ‘cold casè? “Sviluppando maggiori informazioni sugli antichi nemici virali, otteniamo la comprensione di come i genomi di diverse popolazioni umane si siano adattati ai virus che sono stati recentemente riconosciuti come un motore significativo dell’evoluzione umana”, chiarisce l’esperto. “Un altro importante ramo di questa ricerca è la capacità di identificare i virus che hanno causato l’epidemia in un lontano passato e potrebbero farlo in futuro. Questo, in linea di principio, ci consente di compilare un elenco di virus potenzialmente pericolosi e quindi sviluppare diagnosi, vaccini e farmaci in caso di loro ritorno”. I coronavirus si sono guadagnati un posto in questo elenco.

Lo studio

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