Dopo otto anni di trascorsi e nonostante le pressioni subite da diversi deputati, il Parlamento europeo in seduta plenaria ha approvato la risoluzione che garantisce l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva delle donne nell’Ue con 378 voti a favore, 255 contrari e 42 astenuti. Con la risoluzione, gli eurodeputati affermano che questi diritti fondamentali delle donne non possono essere in alcun modo indeboliti o revocati e che anzi va garantito l’accesso all’aborto legale e sicuro in tutti i Paesi Ue, frenando l’abuso dell’obiezione di coscienza. Tra i contrari alla risoluzione, i deputati di Lega (ad eccezione di Anna Bonfrisco) e Fratelli d’Italia.

Secondo il Parlamento Ue le violazioni della salute sessuale e riproduttiva delle donne rappresentano una vera e propria forma di violenza e ostacolano il progresso verso la parità di genere. Progresso già rallentato dagli effetti della pandemia sull’accesso e la fornitura di servizi relativi all’aborto e alla contraccezione. Gli eurodeputati condannano, infatti, “la prassi comune in alcuni Stati membri che consente al personale medico, e talvolta a interi istituti medici, di rifiutarsi di fornire servizi sanitari sulla base della cosiddetta obiezione di coscienza“. Con questa approvazione, gli europarlamentari hanno anche esortato gli Stati membri a garantire l’educazione sessuale nelle scuole primarie e secondarie, al fine di ridurre episodi di violenza e molestie, oltre a chiedere ai governi dei singoli Paesi Ue di eliminare la tassa sugli assorbenti, avvalendosi della flessibilità introdotta dalla direttiva Ue sull’Iva e applicando esenzioni o aliquote allo 0%.

“Finalmente, otto anni dopo il primo tentativo, il Parlamento europeo approva una risoluzione sulla situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell’Ue e riconosce che i diritti sessuali e riproduttivi vanno considerati come inscindibili dal conseguimento di altri diritti fondamentali dell’individuo” commenta Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, in una nota . Gli emendamenti che avrebbero messo a rischio l’approvazione della risoluzione erano due: quello del gruppo parlamentare Ecr e quello del Ppe, che non hanno raggiunto la maggioranza. “Come relatore ombra, avevo depositato ben 40 emendamenti – afferma Simona Baldassarre, europarlamentare della Lega e Responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio – ma neanche uno è stato preso in considerazione”. “Invece di pensare tanto all’interruzione di gravidanza, cerchiamo di capire le ragioni che portano tante donne ad abortire. Proteggere realmente le donne significa creare le condizioni affinché possano scegliere per la vita.” ha concluso, definendo la relazione “ideologica e liberticida”.

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