Viktor Orban torna allo scontro con l’Unione europea. Questa volta, nel mirino del primo ministro ungherese è finito il Parlamento europeo che il capo del governo di Budapest, nel corso di un intervento pubblico nella capitale, ha dichiarato di voler di fatto depotenziare. Ha infatti proposto di dare ai Parlamenti nazionali dei 27 Stati membri dell’Ue la possibilità di interrompere i processi legislativi europei nel caso in cui vengano violate aree di competenza nazionale. “Il Parlamento Ue si è rivelato un vicolo cieco in termini di rispetto dei criteri della democrazia europea”, ha dichiarato il leader di Fidesz durante l’evento in ricordo della partenza dell’ultimo soldato sovietico dall’Ungheria, avvenuta il 19 giugno 1991.

Parole che hanno scatenato la reazione del presidente del Parlamento, David Sassoli, che ha lanciato un chiaro messaggio al premier magiaro: “In risposta ai commenti del primo ministro ungherese Orban sul Parlamento europeo, solo chi non ama la democrazia pensa a smantellare i parlamenti”, ha dichiarato.

Orban in mattinata si era fatto notare anche per altre dichiarazioni forti nei confronti dei migranti, così da ribadire la posizione del Gruppo di Visegrad sulla questione immigrazione, mentre in sede di Consiglio Ue si sta discutendo sulla migliore soluzione condivisa per offrire supporto e solidarietà interna ai Paesi di prima entrata, come Italia, Spagna, Malta e Grecia, che al momento devono farsi carico di tutte le persone che mettono piede in Europa dai confini meridionali. Orban ha definito il fenomeno migratorio un “male” che avviene a suo avviso non spontaneamente ma in maniera organizzata: “Quando ai confini ungheresi arrivano decine di migliaia di persone, in massima parte giovani uomini che sono in perfette condizioni fisiche e che incolonnati marciano verso la frontiera, e se cerchiamo di fermarli ci vengono contro, allora non parliamo di immigrazione ma di violazione della sovranità nazionale. Tutto ciò va fermato”, ha detto parlando al settimanale cattolico croato Voce del Concilio.

Nell’intervista, il premier ungherese si dice convinto che tutto ciò sia organizzato con motivazioni politiche, per far arrivare “enormi masse di musulmani nel continente europeo. Ritengo che tutti quelli che non si difenderanno tra 20 anni non riconosceranno più il loro Paese”. Orban ha poi aggiunto che l’Ungheria paga un alto prezzo andando contro le correnti politiche europee dominanti, difende il modello di famiglia cristiana e per il fatto che “la follia Lgbt non ha spazio in Ungheria”.

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