La filiale francese di Ikea e uno dei suoi ex ad, Jean-Louis Baillot, sono stati condannati a 1 milione di euro di multa e a pene detentive con la condizionale per aver fatto spiare diverse centinaia di dipendenti fra il 2009 e il 2012. Il tribunale di Versailles li ha riconosciuti colpevoli di “ricettazione di dati personali in modo fraudolento”, condannandoli però a pene meno pesanti di quelle richieste dall’accusa, escludendo in particolare l’imputazione più grave, la “sorveglianza di massa”.

Come riporta Le Monde, Ikea France è stata processata insieme ad altri quindici imputati, tra ex dirigenti dell’azienda, direttori di negozi, agenti di polizia e manager di una società di investigazioni private. Si sono incolpati a vicenda di raccolta e divulgazione illecite di informazioni personali e violazione del segreto professionale. Il caso, deflagrato nel 2012 in seguito a inchieste giornalistiche, ha portato alla luce quello che per l’accusa è “un sistema di monitoraggio” di dipendenti e anche clienti. La società di consulenza aziendale Eirpace avrebbe fornito i dati estraendoli da database della polizia.

Abel Amara, un ex dipendente dell’Ikea che ha contribuito a smascherare l’illecito, ha definito la sentenza “un grande passo in difesa dei cittadini. “Mi fa piacere che ci sia giustizia in Francia”, ha aggiunto. I sindacati hanno accusato Ikea France di raccogliere dati personali con mezzi fraudolenti, in particolare tramite file di polizia ottenuti illegalmente, e di divulgare illecitamente informazioni personali. Gli avvocati di Ikea France hanno negato che la società avesse una strategia di “spionaggio generalizzato”. Un avvocato dei sindacati, Solene Debarre, ha auspicato che il verdetto “faccia tremare alcune aziende”. “Un milione di euro non è molto per Ikea, ma è un simbolo”, ha detto.

Il dirigente responsabile della gestione del rischio all’epoca dello spionaggio, Jean-Francois Paris, ha ammesso davanti ai giudici francesi che per le indagini illecite erano stanziati da 530.000 a 630.000 euro l’anno. Paris, l’unico ad aver ammesso l’azione illegale, ha affermato che il suo dipartimento era responsabile della gestione dell’operazione su ordine dell’ex ad Baillot. Paris è stato multato per 10.000 euro e condannato a 18 mesi con sospensione della pena. Baillot, che ha negato di aver ordinato un’operazione di spionaggio, è stato multato per 50.000 euro e condannato a due anni con sospensione della pena. Un altro ex amministratore delegato di Ikea France è stato assolto per mancanza di prove.

L’avvocato di Ikea France, Emmanuel Daoud, ha affermato che la società non ha deciso se presentare ricorso. “La corte ha tenuto conto del piano d’azione che Ikea ha messo in atto dopo la rivelazione dei fatti, nel 2012. È molto soddisfacente”, ha detto. La società ha licenziato quattro dirigenti e ha cambiato politica interna dopo che i pubblici ministeri francesi hanno aperto l’indagine nel 2012. La società deve anche affrontare potenziali danni da cause civili separate presentate da sindacati e 74 dipendenti. La filiale francese di Ikea conta più di 10.000 impiegati in 34 negozi, un sito di e-commerce e un centro di assistenza clienti.

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