La situazione migliora ancora, pur restando ancora criticità nella campagna vaccinale delle fasce a rischio malattia grave con oltre 3,3 milioni di over 60 senza copertura. L’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana 26 maggio-1 giugno, segnala un’ulteriore diminuzione dei nuovi casi (-27,4%) e dei decessi (-28,3%), oltre a un netto calo dei ricoverati con sintomi e delle terapie intensive (-25,2%). Negli ultimi due mesi, proprio grazie ai vaccini alla popolazione più anziana, segnala la Fondazione, è crollata la pressione ospedaliera con una regressione del 79% dei ricoverati con sintomi e del 74% delle terapie intensive.

“Da undici settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – si conferma il trend in discesa dei nuovi casi, sia per la ridotta circolazione del virus, come dimostra la riduzione del rapporto postitivi/casi testati, sia per la diminuzione dell’attività di testing. Da metà aprile sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media poco sopra i 100 al giorno”. Il calo dei nuovi casi settimanali si conferma in tutte le Regioni, ad eccezione di un aumento percentuale in Molise, irrilevante in valore assoluto.

“Grazie alle coperture vaccinali di anziani e fragili – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe – continua il progressivo svuotamento degli ospedali. L’occupazione dei posti letto Covid a livello nazionale si attesta al 10% in area medica e all’11% in terapia intensiva, con tutte le Regioni sotto le soglie di allerta”. In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 6.192 (-78,9%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 989 (-73,6%). “Gli ingressi in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione – scendono da 9 settimane con una media mobile a 7 giorni che si attesta a 36 ingressi al giorno”.

Per quanto riguarda le categorie prioritarie per la somministrazione del vaccino, dice la Fondazione, la copertura con la prima dose ha raggiunto l’81,5% con alcune differenze regionali: “Se Puglia, Umbria, Lazio, Lombardia, Veneto e Molise superano l’85%, la Sicilia resta ancora sotto il 70%”, spiega Gimbe. Nel dettaglio: tra gli over 80 degli oltre 4,4 milioni, 3.736.001 (83,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 386.742 (8,6%) hanno ricevuto solo la prima dose. Nella fascia 70-79 anni, su una platea di 5,9 milioni, 2.109.513 (35,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.884.265 (48,4%) hanno ricevuto solo la prima dose. Mentre tra i 60-69enni su oltre 7,3 milioni di cittadini, in 2.136.231 (28,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.325.680 (44,7%) hanno ricevuto solo la prima dose. “Mentre iniziano a salire le coperture nelle fasce d’età 50-59 e 40-49 anni – precisa Gili – sono ancora oltre 3,3 milioni gli over 60 ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino”. Più precisamente, spiega Gimbe, l’8% degli over 80 (357.683), il 16,3% della fascia 70-79 (971.466) e il 26,6% della fascia 60-69 anni (1.979.297).

“Il netto miglioramento del quadro pandemico – conclude Cartabellotta – se da un lato attesta il successo del ‘rischio ragionato’, dall’altro richiede che il prudente ottimismo sia accompagnato da una strategia condivisa tra governo e Regioni per garantire l’irreversibilità delle riaperture”. La proposta di Gimbe è quella di “apportare al nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni i necessari correttivi (es. standard di tamponi per 100 mila abitanti) per incentivare il testing e riprendere il tracciamento, senza timore di non conquistare o di perdere la zona bianca”, inoltre andrebbe definita “una modalità univoca per identificare tempestivamente ed arginare eventuali focolai”, nonché “potenziare il sequenziamento delle varianti, in particolare in alcune Regioni, e in caso di diffusione della variante indiana somministrare la seconda dose ad anziani e fragili secondo l’intervallo ottimale delle sperimentazioni cliniche” e infine “attuare nuove strategie per vaccinare gli oltre 3,3 milioni di over 60 senza copertura e ad alto rischio di ospedalizzazione, come ad esempio chiamata attiva, open day dedicati, comunicazione istituzionale dedicata”.

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