Aveva schedato le donne single di Lecco. Una condotta punita con una condanna a un anno e mezzo di reclusione in primo grado. La sentenza di condanna nei confronti di Nicola Antonio Marongelli è destinata a fare giurisprudenza. Il 57enne di Valmadrera, in provincia di Lecco, aveva pubblicato – all’inizio del 2017 – il catalogo “Donne single Lecco”. Si trattava di un vero e proprio registro che conteneva 1.218 profili Facebook di donne della zona, che sulla loro pagina personale si dichiaravano ‘single’. Lo schedario compilato da Marongelli era stato messo in vendita online al prezzo di 7 euro, con tanto di slogan pubblicitario che recitava: “Un catalogo al costo di un drink”.

Solo che le persone erano state incluse in quel catalogo a loro insaputa. Nel maggio dello stesso anno, quindi, decine di donne presentarono denuncia alla Questura di Lecco e la Squadra Mobile, coordinata dalla Procura, diede avvio a una serie di accertamenti che dimostrarono l’esistenza di questa pubblicazione. Il catalogo venne sequestrato nel giro di qualche giorno, tempo che fu comunque sufficiente per far sì che il suo autore incassasse 197 euro, come dichiarerà durante un’udienza del processo. Tre le accuse nei confronti dell’uomo: trattamento illecito di dati, diffamazione e sostituzione di persona. Quest’ultimo reato è legato al fatto che Marongelli, che in passato aveva lavorato in uno studio legale, si era spacciato per un avvocato agli uffici anagrafe di alcuni comuni della provincia di Lecco, facendosi consegnare alcuni dei dati che poi sono finiti nel catalogo.

In particolare, stando a quanto riportano le agenzie, otto donne si sono costituite parte civile, e hanno raccontato durante il processo quelle che sono state le conseguenze psicologiche del fatto. Così, la procura di Lecco ha chiesto per l’uomo un anno di reclusione e un risarcimento di 8mila euro per ciascuna delle donne. La giudice Chiara Arrighi ha disposto per Marongelli un anno e sei mesi di reclusione e il pagamento di mille euro per ciascuna delle otto donne, oltre che un risarcimento da stabilire in sede civile. “E’ una sentenza che fa giurisprudenza – ha commentato al termine del processo, l’avvocato Marisa Maraffino, che assiste le parti civili -. Fa giustizia e mette un punto fermo sulla tutela della dignità della donna“. Stefano Pelizzari, difensore di Marongelli, ha invece dichiarato che “è una materia complessa, attendiamo le motivazioni, poi presenteremo ricorso in Appello“. La provvisionale di 8mila euro verrà versata dalle parti civili all’Associazione “Telefono Donna” di Lecco per iniziative informative nelle scuole.

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