“L’Ue deve inviare un segnale forte, che la violenza contro le donne e le ragazze è inaccettabile. E che la violenza domestica non è una questione privata”. In occasione del decimo anniversario dalla convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen è intervenuta per chiedere uno sforzo maggiore agli Stati membri dell’Unione europea. “La Convenzione di Istanbul“, ha scritto su Twitter, “è la pietra miliare della protezione di donne e ragazze, in tutto il mondo. Una base importante su cui dobbiamo costruire ulteriormente”. La convenzione, una vera e propria “costituzione” per i diritti delle donne, è un trattato internazionale aperto alla firma l’11 maggio 2011 e sottoscritto in totale da 45 Stati (compresa l’Italia). Perché è così importante? Si tratta del primo strumento giuridico a livello internazionale per la prevenzione della violenza sulla donne, la protezione delle vittime e la persecuzione dei colpevoli. E gli Stati che aderiscono, si impegnano a mettere in campo strumenti legislativi che vadano in questo senso.

Nel suo intervento la presidente parla del ritiro della Turchia dalla Convenzione, il 20 marzo scorso, una decisione che “invia un messaggio terribile”. “Ma per essere credibili dobbiamo mantenere in ordine la nostra casa”, ha evidenziato Von der Leyen. “Tutti sapete che più Stati dell’Ue non hanno ratificato la convenzione” mentre altri “stanno pensando a voce alta di uscirne”, e “questo è inaccettabile. La violenza contro le donne è un crimine e come tale deve essere punito”. La leader europea ha ricordato che l’accesso della Ue alla convenzione è stato bloccato al Consiglio, ma annuncia: “come Commissione proporremo un’alternativa. Proporremo nuove regole per prevenire e lottare contro la violenza contro le donne. Solo questo garantirà che tutte le donne e le ragazze siano al sicuro in Europa”.

Oggi Amnesty International ha proclamato per oggi una Giornata globale di azione, sia online che con iniziative di piazza. “La Turchia è stato il primo Paese a firmare e ratificare il trattato che porta il nome della sua città più iconica e, se non modificherà la sua decisione, sarà il primo Paese a lasciarlo”, ha dichiarato la segretaria generale di Amnesty International, Agnes Callamard. “Dieci anni dopo la firma le donne parlano oggi con una voce sola per chiedere che le autorità turche modifichino una decisione che metterà a rischio la sicurezza di milioni di donne e ragazze in pericolo”. In occasione della ricorrenza, il coordinamento di associazioni locali nato per opporsi alla decisione di Ankara ha inoltre annunciato una campagna di sensibilizzazione che culminerà con manifestazioni di piazza il primo luglio, giorno in cui -salvo retromarce del governo – l’abbandono del trattato da parte della Turchia diventerà definitivo.

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