Continuano le tensioni in Israele tra le forze dell’ordine e i manifestanti palestinesi dopo gli scontri di pochi giorni fa, nella zona delle moschee a Gerusalemme per lo sfratto di alcune famiglie, in cui sono state ferite oltre 180 persone. Secondo notizie riportate dal Times of Israel ci sono “centinaia di feriti” per gli scontri sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Le autorità, si legge, hanno intanto deciso di vietare agli ebrei l’accesso al sito nel giorno in cui Israele celebra la riunificazione di Gerusalemme, il Jerusalem Day previsto per oggi lunedì 10 maggio. E si attende una decisione della polizia che non è ancora chiaro se autorizzerà un corteo celebrativo dei nazionalisti. Nelle ultime ore, si sono verificati altri tafferugli anche a Ramallah, in Cisgiordania, e nella zona est della capitale israeliana. Le forze di sicurezza governative hanno usato cannoni ad acqua, agenti a cavallo e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti palestinesi. A Tel Aviv gli incidenti si sono verificati soprattutto alla Porta di Damasco, dove circa 200 dimostranti hanno lanciato sassi contro gli agenti che hanno risposto con lancio di granate stordenti e cariche per disperdere le persone. Segnalati anche nel quartiere di Sheikh Jarrah dove la polizia è intervenuta contro i manifestanti palestinesi dopo che “fuochi d’artificio” sono stati lanciati contro le case. Tafferugli anche a Haifa nel nord di Israele dove, sempre secondo i media, 10 manifestanti sono stati arrestati. Dall’Onu intanto arriva l’appello a Israele fermare demolizioni e sgomberi. Il segretario Antonio Guterres si è detto molto “preoccupato” per l’allontanamento delle famiglie palestinesi dalle loro case

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