Il coprifuoco innanzitutto, ma anche la battaglia sull’indice Rt e poi la corsa del centrodestra per anticipare nuove riaperture. Il governo si prepara alla settimana del check-up dopo l’allentamento delle misure deciso il 26 aprile. Se i dati continueranno a migliorare, la cabina di regia nei prossimi giorni potrebbe dare il via libera a un nuovo giro di divieti che cadono e di misure meno rigide. La ‘madre’ di tutte le battaglie sarà il coprifuoco, ancora fissato alle 22. La Lega si è intestata la discussione politica e Matteo Salvini è tornato alla carica alla vigilia delle riunioni decisive: “Questa settimana chi potrà dire no a riaperture e ‘no coprifuoco’?”.

L’orario in cui scatta il divieto di spostamento non motivato è destinato a slittare, anche dentro il M5s sono cadute le ultime barricate e il Pd, seppur silente, difficilmente farà muro. Ma difficilmente si arriverà a un’abolizione totale, come chiede il Carroccio. È più plausibile uno slittamento alle 23 o alla mezzanotte per almeno un paio di settimane, prima di procedere al ‘liberi tutti’. Le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi vanno in questa direzione: “Io, come credo la maggior parte degli italiani voglio riaprire, voglio che le persone tornino fuori a lavorare, a divertirsi, a stare insieme. Ma, come ho detto l’altra volta quando abbiamo parlato di questo, bisogna farlo in sicurezza, cioè calcolando bene il rischio che si corre”. I dati, chiarisce, “sono abbastanza incoraggianti”, sia sul fronte delle vaccinazioni che dei ricoveri, delle terapie intensive e delle vittime. “Questo è anche, ovviamente, merito delle misure già intraprese – rimarca – Quindi se l’andamento dovesse continuare in questa direzione, chiaramente la cabina di regia procederà ad altre riaperture”.

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha confermato l’orientamento: “Resistiamo ancora qualche settimana e riapriremo anche i locali la sera, anche al chiuso. Se continuiamo con questi numeri sui vaccinati, tra 15 giorni si potrà spostare il coprifuoco in avanti. Ora si può, possiamo allargare le maglie, prima i numeri non lo permettevano. Eravamo nel pieno della terza ondata”. Le regole – aggiunge – “bisogna continuare a rispettarle” e quindi “evitare assembramenti, tenere la mascherina”. La ministra degli Affari regionali Maria Stella Gelmini ha invece assicurato che il governo “sta lavorando e sulla base dell’andamento dei contagi presto daremo una data” per la ripresa dei matrimoni e per il via libera al pubblico negli sport: “Già in settimana ci saranno cabine di regia con il Cts per dare date a questi settori”.

A metà della prossima settimana, dunque, si riunirà la cabina di regia per un aggiornamento delle misure. Lo sforzo del premier è quello di trovare una linea d’equilibrio che tenga insieme le diverse anime della maggioranza. A saltare – già a partire dal 17 maggio – dovrebbe essere proprio il coprifuoco delle 22. Oltre alla Lega, ristoratori, presidenti di Regione, ministri come Luigi Di Maio, e altri pezzi delle forze di governo come Forza Italia e Italia Viva spingono per la mezzanotte, il punto di caduta potrebbe essere le 23. A giugno arriverebbe il superamento definitivo, sempre se i dati sui contagi lo consentiranno. Di certo, si tratterà di una scelta politica. A chiarirlo è stato Fabio Ciciliano, membro del Comitato tecnico scientifico in ‘quota’ Protezione Civile: “Su questo il Comitato non si è mai pronunciato, ci sono pochissimi elementi per valutare dal punto di vista scientifico la questione e quindi si tratta di una decisione esclusivamente politica. È indubbio che il coprifuoco limiti la circolazione delle persone e quindi se ci sono meno persone in giro c’è meno capacità di trasmettere il virus”.

Sul tavolo arriveranno anche altre prescrizioni, che potrebbero saltare in anticipo. Tra le attività bloccate che verranno esaminate ci sono lo stop ai ristoranti al chiuso, alle piscine coperte, ai centri commerciali nel weekend, oltre al settore del wedding. Ma, ha precisato Draghi, è “importante essere graduali” anche per “capire quali riaperture hanno più effetto sui contagi e quali meno”. Servono, ha ripetuto il premier, “attenzione, prudenza e gradualità. Farle sì, ma essere prudenti”. E le Regioni spingono anche per rivedere il parametro dell’indice Rt, che sta lentamente risalendo e rischia di mandare in arancione alcune aree del Paese tra una decina di giorni bloccando le riaperture. Come spiegato da Il Fatto Quotidiano, lunedì è prevista una riunione dei tecnici dell’Iss e del ministero della Salute con i rappresentanti delle Regioni per studiare una modifica che sposti il parametro dalla progressione dei nuovi positivi alle ospedalizzazioni per avere un dato più ‘fresco’ e capace di restituire un quadro riguardante la pressione sulle strutture sanitarie. Allontanando così lo spauracchio di una marcia indietro che sarebbe insostenibile per diversi pezzi della maggioranza.

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