“Questa settimana l’Rt è stimato a 0,89 in lieve aumento ma con un intervallo di confidenza ben sotto al valore di 1 (0,85-0,91). Ciò vuol dire che in questa fase l’epidemia non sta ripartendo“. Così il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, ha presentato i dati dell’ultimo monitoraggio, relativo al periodo 26 aprile-2 maggio. L’Rt sale rispetto allo 0,85 di venerdì scorso e al dato ancora precedente (0.81). Va ricordato però che l’indice si basa solo sui casi sintomatici e l’attuale stima ancora non riesce a fotografare le conseguenze delle riaperture disposte il 26 aprile. Parallelamente, arrivano segnali positivi dall’incidenza per 100mila abitanti che continua a calare, passando dai 146 positivi su 100mila di una settimana fa a 127 su 100mila. “La curva in Italia è in decrescita mentre in altri paesi Ue la situazione è altalenante e di transizione. La decrescita in Italia è sempre lenta ma il dato significativo è che questa settimana in tutte le Regioni e province autonome è registrata una decrescita“, ha affermato Brusaferro.

La prima conseguenza è un’Italia che si colora sempre più di giallo: nessuna Regione è in zona rossa. Sono in area arancione solo tre: Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta. Tutte le altre Regioni e province autonome sono in area gialla. Le nuove ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, entreranno in vigore a partire dal 10 maggio. Passano quindi dalla zona arancione alla gialla Puglia, Calabria e Basilicata, mentre la Valle d’Aosta “raggiunge” Sardegna e Sicilia nella fascia di mezzo.

L’analisi di Brusaferro – “L’età media dei casi scende a 41 anni e anche l’età media dei ricoveri scende a 65 anni. I casi però segnano un aumento tra i più giovani, tra 0 e 9 anni. I casi tra gli over-80 decrescono più rapidamente delle altre fasce e questo è un effetto delle vaccinazioni”, è il quadro descritto da Brusaferro analizzando i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. “Cominciamo a vedere ora gli effetti di un calo anche rispetto alla mortalità ma la curva è ancora in fase iniziale”, ha aggiunto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. “Ci sono segnali positivi per la riduzione dei ricoveri in terapia intensiva e aree mediche e sale da 24mila a oltre 27mila il numero dei casi per cui è possibile il tracciamento e in varie regioni. Ci si sta avvicinando al valore di 50 casi per 100mila che è il valore soglia per rendere possibile il tracciamento”, ha affermato ancora Brusaferro.

Il monitoraggio Iss – Gli unici territori con un indice Rt che nel limite superiore va oltre l’1 sono il Molise e la provincia autonoma di Bolzano. Tenendo conto di tutti gli indicatori di rischio, però, nessuna regione è a rischio alto. Sei sono considerate a rischio moderato (di cui una, Calabria, ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane), 15 quelle a rischio basso. Per quanto riguarda gli ospedali, gli esperti rilevano che la pressione sui reparti continua a calare, ma cinque Regioni restano ancora sopra la soglia d’allarme (40% di saturazione in area medica e 30 in terapia intensiva) contro 8 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è al 27%, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 2.748 (27 aprile) a 2.423 (4 maggio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente al 29%. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 20.312 (27 aprile) a 18.176 (4 maggio).

Sardegna e Calabria – Sono le regioni italiane nelle quali l’indice di trasmissibilità è il più basso d’Italia. In particolare, l’Isola ha già chiesto al ministro Speranza, con un dossier, di poter arrivare anticipatamente dalla fascia arancione a quella gialla visto il calo dei contagi e l’assenza di focolai – ora certificata dal report settimanale – e di allerte specifiche. Il numero settimanale dei casi si attesta infatti su 1.072 con un incidenza di circa 67 casi per 100mila abitanti. Bassa la classificazione complessiva del rischio. Manca ancora l’ufficialità ma sembra certo, invece, il cambio di colore da arancione a giallo della Calabria, che nella settimana tra il 24 aprile e il 2 maggio ha registrato 2.283 casi, anche se con qualche focolaio la classificazione complessiva del rischio è “moderata, ad alta probabilità di progressione”.

Cautela per via delle varianti – “La ormai prevalente circolazione in Italia della variante B.1.1.7 (nota come variante inglese) e la presenza di altre varianti che possono eludere parzialmente la risposta immunitaria, richiede di continuare a mantenere particolare cautela e gradualità nella gestione dell’epidemia”, si legge nel monitoraggio settimanale. Si osserva inoltre “una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (24.397 vs 27.561 la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è solo in lieve aumento (38,6% vs 38,3% la scorsa settimana). Scende, invece, la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi. Infine, il 23,1% è stato diagnosticato attraverso attività di screening“.

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