Sulla riforma del Csm si riparte della legge di Alfonso Bonafede. La commissione giustizia della Camera ha adottato come testo base della riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. Tra i partiti che sostengono il governo, l’unico a votare contro è stato Enrico Costa di Azione. Al testo della legge saranno ora presentati gli emendamenti. A darne notizia è Mario Perantoni, presidente della commissione e deputato del M5s che spiega: “Si tratta dello stesso testo del disegno di legge già a suo tempo presentato dall’ex ministro Bonafede a cui è stato abbinato il progetto di legge Costa appena presentato sulla stessa materia”. Perantoni spiega che i termini per presentare gli emendamenti avranno “ampio spazio di tempo. Attendiamo inoltre di conoscere il parere del Csm affinché tutti i gruppi abbiano tutti gli strumenti di valutazione”.

Il via libera del Csm – Nelle stesse ore, infatti, il plenum del Csm sta discutendo e votando il proprio parere a quel provvedimento. E ha già espresso il proprio sì allo stop alle porte girevoli, tra politica e magistratura, cancellando anche qualche passaggio critico che era contenuto nella stesura originaria del parere. Nel nuovo testo si dice espressamente che il Csm valuta positivamente l’intervento del legislatore volto a dettare una disciplina organica della materia ed a fissare limiti rigorosi per il passaggio dalla magistratura alla politica, nonché ad introdurre un divieto di riassegnazione a funzioni giudiziarie dei magistrati che abbiano assunto incarichi elettivi o di governo. Il plenum ha approvato all’unanimità anche il parere relativo alle tabelle di organizzazione dei tribunali e corti, progetti organizzativi delle procure della repubblica, programmi di gestione e programmi di smaltimento dell’arretrato. Il parere, relatrice la togata di Magistratura indipendente Loredana Micciché, valuta positivamente la finalità del ddl di “rafforzare la competenza del Csm sulla approvazione dei progetti organizzativi delle procure, nonché l’intento di semplificare e accelerare la procedura di approvazione dei provvedimenti organizzativi da parte del Consiglio”, ha detto Micciché. “Con l’adozione del testo base dell’ex ministro Alfonso Bonafede sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura abbiamo mosso un ulteriore, decisivo passo per una riforma imprescindibile per il settore della giustizia”, dicono i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Giustizia. “L’obiettivo è quello di dare al Paese una riforma capace di offrire alla magistratura italiana maggiori garanzie di indipendenza e di autorevolezza, attraverso una revisione del sistema delle nomine e lo stop definitivo alle ‘porte girevolì per coloro che scelgono di entrare in politica. Si tratta di un tema importante, su cui occorre continuare a lavorare in maniera costruttiva” concludono. abf

Cosa prevede la riforma di Bonafede –Il testo base della riforma Bonafede prevede l’introduzione di sistema maggioritario a doppio turno in 19 collegi per l’elezione dei consiglieri togati del Csm (aumentati a 20, più 10 laici), stop a chi proviene da incarichi di governo, regole rigide per le nomine per arginare il potere delle correnti, quote rosa e sorteggio per la composizione delle Commissioni. Poi vengono introdotti nuovi criteri in ottica di merito e trasparenza per l’assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi e c’è una riorganizzazione delle procure al fine di ridurre la gerarchizzazione al loro interno. Chiuse definitivamente le cosiddette porte girevoli tra toghe e politica: un magistrato che abbia ricoperto un incarico al parlamento italiano o europeo, o in una Regione per almeno sei mesi, o che abbia avuto incarichi di governo o in Comuni con oltre 100mila abitanti non indosserà più la toga e potrà essere ricollocato come funzionario al ministero della Giustizia o in altri ministeri. Introdotto un argine anche ai cambi di funzione delle toghe: il passaggio da pm a giudice e viceversa potrà avvenire al massimo due volte e non più quattro.

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