Gli obiettivi del piano stilato esattamente un mese fa dal generale Francesco Paolo Figliuolo sono ormai irraggiungibili nei tempi previsti: l’Italia avrebbe dovuto viaggiare a una velocità di 300mila somministrazioni al giorno già dall’ultima settima di marzo (non l’ha ancora raggiunta) e ora avrebbe dovuto avvicinarsi al mezzo milione di iniezioni ogni 24 ore. Le stessa struttura commissariale di Figliuolo certifica il ritardo, spiegando che anche nella settimana 16-22 aprile “si stimano circa 315mila somministrazioni giornaliere negli oltre 2.200 punti vaccinali in tutta Italia attivi”. Questa settimana però sarà decisiva per tenere quanto meno il passo degli altri grandi Paesi Ue, che nei giorni scorsi hanno accelerato più dell’Italia. Le Regioni avranno finalmente a disposizione l’arsenale per dare un impulso all’immunizzazione delle categorie più anziane: in sette giorni sono in arrivo circa due milioni e duecentomila dosi di vaccino. Dovrebbe consentire di migliorare la media di 242mila inoculazioni al giorno tenuta dal 3 al 9 aprile, che è peggiore di quella tenuta in Germania (425mila), in Francia (287mila) e pure in Spagna (255mila). “Sono oltre 4,2 milioni i vaccini che verranno complessivamente consegnati tra il 15 e il 22 di aprile alle strutture sanitarie delle Regioni. In particolare è prevista la distribuzione di oltre tre milioni di Pfizer suddivisi in due mandate di 1,5 milioni, circa mezzo milione di Vaxzevria (AstraZeneca, ndr), oltre 400mila di Moderna, e di più di 180mila di Johnson&Johnson“, si legge in una nota.

Il commissario Figliuolo un mese fa aveva promesso che tra il 14 e il 20 aprile si sarebbe arrivati a 500mila somministrazioni al giorno, ovvero la velocità da tenere per tutto il resto della campagna di vaccinazione e che secondo il suo piano ci avrebbe consentito di raggiungere l’immunità di gregge a settembre. “Riguardo alle 500mila somministrazioni al giorno entro il 15 aprile, al momento i numeri non ci sono“, sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Il bilancio del primo trimestre dice che sono state consegnate 14 milioni di dosi. il “90% dei vaccini previsti nell’ultima versione del piano vaccinale che erano 15,7 milioni. La prima versione del piano ne prevedeva 28,3 milioni“. Cartabellotta a L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus evidenzia poi che se ne “prevedevano 300mila entro il 23 marzo“, ma “solo la scorsa settimana abbiamo raggiunto 300mila e solo in alcuni giorni” visto che “c’è sempre un crollo la domenica” e che “servirebbe altro personale“.

Al momento nei frigoriferi italiani sono rimaste 2 milioni e mezzo di dosi, scorte necessarie per effettuare i richiami. Ma al momento nei prossimi 7 giorni è previsto l’arrivo di nuove fiale. Nello specifico, da oggi fino a mercoledì è previsto un nuovo carico settimanale di Pfizer, con notevole aumento: circa un milione e mezzo di dosi. A queste, si aggiungeranno poi altre 400mila di Moderna. Martedì ulteriori 360mila dosi saranno stoccate nell’hub della Difesa a Pratica di Mare. Di queste, 184.800 riguardano il primo carico del vaccino monodose di Johnson&Johnson, mentre altre 175.200 sono di AstraZeneca.

“La prima determinante sono le consegne, adesso vediamo come si metteranno in questo mese di aprile, sappiamo che quelle di Johnson&Johnson arriveranno” con “meno dosi rispetto a quelle previste”, afferma ancora Cartabellotta. Da quello che emerge, ad aprile arriveranno circa 8 milioni di dosi, forse potrebbe aumentare fino a 10. Troppo poche, se si considera che il piano di Figliuolo prevede da qui a giugno 52 milioni di dosi. Le media mensile farebbe circa 17 milioni. Solo AstraZeneca, inoltre, dovrebbe garantire all’Italia 10 milioni di dosi da qui a fine giugno: per ora, delle 340mila previste per il 14 aprile ne arriveranno la metà, 175mila. Gran parte del peso, in questo momento, è sulle spalle di Pfizer, che da qualche tempo ha regolarizzato e aumentato le sue forniture.

Con questi numeri, come ha spiegato appunto il presidente della Fondazione Gimbe, è facile prevedere che non si potrà tenere un ritmo di 500mila dosi al giorno almeno fino a inizio maggio. Il dovere dell’Italia però è quanto meno arrivare stabilmente alle 300mila somministrazioni al giorno e tenere il passo del resto d’Europa: in questo momento l’Italia è dietro rispetto a Spagna e Germania e in linea con la Francia anche per numero di iniezioni giornalieri per 100mila abitanti. Per il futuro, la speranza è riposta nell’aumento delle consegne da parte di Johnson&Johnson e nell’approvazione del vaccino sviluppato dall’azienda tedesca Curevac, che a ilfattoquotidiano.it ha dichiarato di prevedere una produzione di 300 milioni di dosi nel 2021, di cui 20 milioni sarebbero destinate all’Italia. “Curevac non ha ancora completato lo studio di fase 3 ed effettuato la domanda di approvazione all’Ema. Abbiamo richiesto un calendario pubblico delle consegne, perché al momento abbiamo solo la quantità di vaccini prevista in un arco trimestrale”, commenta ancora Cartabellotta.

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